“Quando nasce l’idea di Firenze?” si chiede il professor Antonio Paolucci. “L’idea della città ‘Camera con vista’ sul miracolo di arte, vita e natura armoniosamente coniugate, questa idea di Firenze che ancora occupa l’immaginario turistico del mondo intero nasce alla fine dell’Ottocento con la realizzazione del Viale dei Colli grazie al grande architetto e urbanista Giuseppe Poggi che realizza negli anni ‘70 dell’800 la strada che dal piazzale Michelangelo, il luogo più elevato, scendeva verso l’Arno. Una vera e propria cascata d’acqua. I giochi d’acqua sono stati spenti quasi nell’ultimo secolo e adesso tornano a vivere. L’acqua torna come elemento connotante e decisivo dell’immagine di Firenze”.
Il Sistema delle Rampe si sviluppa su una superficie di 6700 mq. Si articola su tre livelli o ripiani: le Grotte, situate nei primi due ripiani, una sul primo e cinque sul secondo, la grande vasca polimaterica situata sul terzo livello composta da più bacini rivestita da spugne, pietrame e mosaico. E lungo i percorsi, realizzate con blocchi di pietra provenienti dalle cave di Monte Ripaldi, le Scogliere e le Piccole Grotte. E ‘massi erranti’ disseminati là dove i percorsi si allargano.
Dopo un secolo dunque rinascono le storiche fontane delle ‘Rampe del Poggi” nel centro di Firenze, un’imponente opera monumentale sconosciuta agli stessi fiorentini giovani perché da decenni in abbandono e coperta dalla vegetazione. E’ una parte del Viale dei Colli, a poco distanza dal centro storico di Firenze, nel quartiere di Oltrarno che la guida Lonely Planet definisce tra i quartieri più “cool” del mondo. Uno spicchio di collina di grande fascino in cui, su un dislivello di 54 metri si alternano vasche, fontane, grotte che collegano un percorso romantico che da piazzale Michelangelo va ai lungarni con alberi e fiori. E non a caso, per presentare la rinascita di questo luogo incantato, tanto amato dagli ospiti stranieri, è stata scelta la sede della stampa estera romana, presenti Umberto Tombari, presidente della Fondazione CR Firenze, Giorgio Caselli dirigente del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, delegato del Sindaco Dario Nardella, il direttore dei lavori Tommaso Muccini, il direttore operativo Giuseppe De Grazia e il regista dello spettacolo ‘La fontana ritrovata’ organizzato per la festa d’inaugurazione Roberto Malfatto.
Forse non tutti sanno che il ‘Sistema delle Rampe del Poggi’ è parte integrante del complesso architettonico-paesaggistico del Viale dei Colli lungo 5,7 chilometri, progettato e costruito dall’architetto Giuseppe Poggi in collaborazione con Attilio Pucci che è stato il primo Soprintendente dei “pubblici giardini e passeggi” della città nel periodo di Firenze Capitale (1865-1871). E’ in quegli anni che la città, piuttosto piccola, ripensa se stessa affidando all’architetto Poggi l’incarico del nuovo piano regolatore che prevedeva il suo ampliamento, l’abbattimento dell’ultima cinta muraria, la realizzazione dei grandi viali di circonvallazione, la nuova stazione ferroviaria e la realizzazione del Campo di Marte, dando vita per la prima volta a un organico sistema di verde urbano con giardini pubblici dedicati a tutti, non solo alle classi privilegiate. Vengono risistemati allora il Parco delle Cascine, le aree verdi all’interno della città, i parterre e i giardini del centro storico, e soprattutto il belvedere di Piazzale Michelangelo, lo scenografico Viale dei Colli, la sistemazione del quartiere di San Niccolò e delle Rampe. Che furono realizzate dal Poggi dal 1872 al 1876 soprattutto per stabilizzare la collina, rafforzare e consolidare le sue pendici ed evitare il ristagno delle acque in un’area che un tempo era un insieme di pascoli, di uliveti, di boschi, di orti su cui insisteva la villa e il podere dei Padri Filippini di San Firenze. La precarietà del terreno era ben nota in antico, tanto che viene ricordata anche Giuliano da Sangallo e Leonardo.
Poggi pensa dunque al consolidamento della collina e, memore della tradizione di Buontalenti e della Grande Grotta di Boboli, progetta il suo intervento articolandolo su tre livelli mediante un sistema di vasche, grotte, vialetti, luoghi di sosta, cascate e affacci con vista e scorci della città. Elementi essenziali del progetto l’acqua che veniva dalle fonti di Gamberaia e Alinari e le piante scelte e disposte nei vari bacini, scogliere e stillicidi dal Pucci. L’acqua che scende dall’alto, in contrappunto alle acque dell’Arno, doveva apparire come se “nascesse da Monte”, scriveva Poggi, dando vita a tutto il sistema delle cascate in un tripudio di decorazioni. Il Viale dei Colli e le Rampe dunque come un percorso affascinante in cui le fontane si alternano a grotte, scogliere, panieri di fiori, sedute a mosaico, scorci sempre diversi della città, in cui natura e artificio danno vita a uno spazio denso di significati. Poggi, forte della tradizione rinascimentale, inserisce decorazioni in mosaico, ceramica e materiali vari assemblati con elementi del mondo naturale, come spugne o sassi spugnosi di mare.
Ma col tempo ben poco era rimasto di questa poetica invenzione paesaggistica. Mancanza di manutenzione dei canali, difficoltà nell’approvvigionamento idrico, abbandono della cura del verde, assenza di specifici finanziamenti per interventi di restauro aveva reso l’opera del Poggi irriconoscibile. Ed ecco la mano santa della Fondazione che ha pensato a tutto. Il restauro cominciato nel luglio dell’anno scorso, fra i più complessi degli ultimi cinquant’anni a Firenze, dice il Sindaco Dario Nardella, è stato interamente finanziato con due milioni e mezzo di euro dalla Fondazione che l’ha gestito in via diretta valendosi di una previsione della normativa Art Bonus che si applica specificamente alle Fondazioni bancarie. Eseguito dall’impresa Bartoli, è stato curato dal Comune di Firenze attraverso i suoi servizi, con la supervisione dei tecnici dello Studio Hydea incaricato dalla Fondazione, mentre l’opera di tutela è stata svolta dalla Soprintendenza. Un’operazione complessa, che ha richiesto lavori ingegneristici e idraulici di grande importanza e delicatezza, andata in porto in tempi brevissimi. Ha interessato sia le strutture, grotte, scogliere, vasche, verificandone stabilità, impermeabilizzazione, fessure e decorazioni, che l’impianto idraulico ora sostenibile dal punto di vista ambientale. Non essendoci più le sorgenti a monte, a piazza Poggi sono stati realizzati due pozzi artesiani e un sistema di ricircolo con pompe che portano l’acqua nella parte più alta del terzo ripiano.
Un discorso a parte merita la vegetazione. Non ci sono documenti che informano sulle specie scelte dal Pucci, braccio destro di Poggi nella progettazione del verde di Viale dei Colli. Ma preziose informazioni si possono trarre dall’opera del figlio di Pucci Angiolo e dalle foto d’epoca di Giacomo Brogi. Sono state poste a dimora piante ornamentali acquatiche e semiacquatiche compatibili con le scogliere, le cinque grotte e la grande vasca polimaterica.
Sabato 18 maggio, dopo oltre 150 anni da Firenze Capitale, per l’inaugurazione del restauro una grande festa da Piazzale Michelangelo a Piazza Poggi che chiama a raccolta tutta la popolazione. Sarà una ballerina aerea, una “goccia d’acqua volante” a dare il via allo sgorgare dell’acqua accompagnata dai giovani musicisti della Scuola di Musica di Fiesole. Proiezioni sulla Torre di San Niccolò e sulla fontana e musica e spettacoli per grandi e piccini, organizzati da Roberto Malfatto che ha curato fra l’altro la cerimonia di apertura di “Matera capitale mondiale della cultura 2019”. E visite guidate al Giardino dell’Iris, delle Rose e al giardino di Villa Bardini.
Per informazioni tel. 055-5384001 e www.fondazionecrfirenze.it/lerampeinfesta/
18 maggio, dalle 16.00 alle 23.00 un programma ricco di eventi: laboratori didattici, spettacoli di teatro e di circo contemporaneo, musica dal vivo, visite guidate alle Rampe e ai vicini Giardini, dell’Iris, delle Rose e di Villa Bardini. E infine spettacolo di suoni, luci e colori