Appena nominato presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo, Marco Delogu inaugura la sua gestione con una mostra fotografica. Un avvio in perfetta armonia con la propria passione e competenza di grande fotografo e organizzatore di manifestazioni importanti. Fra le tante il “Festival Internazionale di Roma” e “Fotografi a Roma”. E’ una mostra sui generis la prima personale in Italia del fotografo tedesco Ruediger Glatz. Nato ad Heidelberg nel ’75, dopo essersi impegnato come “graffiti writer”, si è avvicinato alla fotografia come forma di espressione artistica, scattando esclusivamente foto in bianco e nero, utilizzando esposizioni prolungate e multiple, riuscendo così ad elaborare una sua personale idea di fotografia. Nel 2009 lavora al progetto “The New Black”, un ritratto del mondo della moda. E prosegue nel settore documentando tutti i progetti ideati e sviluppati dal curatore e storico della moda Olivier Sallard con la performer Tilda Swinton fra cui “Embodying Pasolini” presentato nel giugno dell’anno scorso a Roma negli spazi del Mattatoio.
La mostra, curata da Alessio de’ Navasques, che si snoda negli immensi saloni del Palazzo delle Esposizioni, si compone di due sezioni ben distinte ma unite dalla stessa finalità, la messa a nudo dell’anima del poeta Da un lato c’è la documentazione dell’omaggio a Pasolini nella performance di Tilda Swinton, dall’altro il ritratto dell’uomo, del personaggio, del cineasta attraverso un viaggio nei luoghi del suo universo letterario, artistico, poetico e spirituale, che si muove fra passato e presente, ritrovando luoghi, persone, cose e oggetti di vita. Un viaggio geografico ed emotivo che si traduce in un ciclo di immagini inedite, la prima personale del fotografo tedesco in Italia.
Ruediger Glatzr ripercorre l’esperienza performativa dell’attrice fissandola in immagini in un netto bianco e nero. L’attrice indossa i costumi ideati da Danilo Donati per i film di Pasolini. Di Giocasta interpretata da Silvana Mangano per “Edipo Re”, della terribile signora Vaccari di Hélène Surgére in “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, si appropria dell’epos picaresco di Totò in “Uccellacci e Uccellini”, della fantasmagoria de “Il fiore delle mille e una notte” fino all’apparizione dello stesso Pasolini Come Chaucer ne “I racconti di Canterbury”. Sono fotografie di potente impatto che presuppongono una forte carica drammatica, quasi sacrale.
Ad esse si accompagna un racconto per immagini sull’universo pasoliniano. Il fotografo va alla scoperta dei luoghi dell’anima del poeta che non si vede, non compare mai, ma di cui si avverte la presenza. I luoghi conoscono le parole che non si dicono, i sentimenti, le emozioni, gli affetti, i gusti. E’ un viaggio attraverso l’Italia e i suoi film. Dalla casa in cui è nato a via Borgonuovo 4 a Bologna, alle case in cui ha ambientato i suoi film, quella di “Accattone” al Pigneto, i casermoni di Donna Olimpia dove ha ambientato “Ragazzi di vita”. E l’Idroscalo di Ostia, il Quadraro, il Parco degli Acquedotti, la basilica di San Giovanni Bosco, la chiesa di San Felice da Cantalice. E per Salò la splendida Villa Feltrinelli, ultima residenza di Mussolini sulle rive del Lago di Garda. Sono paesaggi urbani naturali, periferici, umanissimi, intrisi di memorie, di storia personale e di storia della cultura. I dettagli della Storia della Vera Croce di Piero della Francesca ad Arezzo, il Giotto di Assisi offrono allo scrittore e al regista suggestioni e spunti compositivi, così come la torre medievale di Chia ultimo amato rifugio del poeta dove scrisse “Petrolio”. Ma qui il fotografo si ferma rispettoso e scatta, senza oltrepassare il cancello.
Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale 194 Roma- Orario: dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Chiuso il lunedì. Fino al 4 settembre 2022. Informazioni: www.palazzoesposizioni.it