Foto:Memoriale Brion, Altivole TV ©Luca Chiaudano
Donato al Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano per volontà di Ennio e Donatella Brion,d uno dei capolavori dell'architettura novecentesca, il Memoriale Brion a San Vito di Altivole (Tv), ultima opera concepita da Carlo Scarpa, tra le sue più complesse, originali, significative e care, fu realizzato tra 1970 e 1978, anno della morte dell’architetto in Giappone e ultimato sui suoi progetti. Il monumento diventa il 70esimo bene del Fai. Fu commissionato all'architetto veneziano da Onorina Brion Tomasin in memoria del marito defunto, l'imprenditore Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega azienda di punta nella produzione di apparecchi elettronici di design del secondo Dopoguerra. L’iniziativa è stata presentata nella sede del Maxxi di Roma dove è conservato l'intero Archivio Carlo Scarpa, e quindi anche il patrimonio di 1583 elaborati grafici, disegni e quaderni che rappresentano l'intera opera in ogni minimo dettaglio, acquisiti nel 2001 dall’allora Direzione generale per l’arte e l’architettura contemporanee del Ministero della Cultura e destinati al MAXXI, dove sono conservati, presso il Centro Archivi di architettura.
Il complesso funerario monumentale si trova immerso nella piatta campagna trevigiana, ai margini del paese di San Vito d’Altivole. Vi si accede attraverso un monumentale ingresso, detto propilei, caratterizzato da una scenografica apertura a forma di due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale su cui si fonda l’intero progetto. All’interno si estende un’area di 2200 mq, rialzati rispetto al piano di campagna e cinti da un muro inclinato, per consentire la vista del paesaggio circostante. Il fulcro del complesso è il cosiddetto arcosolio, un arco-ponte ribassato in cemento rivestito all’interno da un manto rilucente di tessere di vetro con retrostante foglia d’oro, che protegge le arche dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion, simbolicamente inclinate, come eternamente protese l’uno verso l’altra.
In uno spazio defilato e discreto, al confine tra il memoriale privato e il cimitero pubblico, si trova, infine, la tomba dello stesso Carlo Scarpa, che qui volle essere sepolto, e che oggi ospita anche le spoglie di sua moglie Nini Lazzari.“Fin dalla prima volta”, commenta Marco Magnifico, Presidente FAI, “ebbi l’impressione di entrare in un mondo nuovo, diverso e sconosciuto: quello “dell’aldilà”. Un mondo che non ha le caratteristiche di quello in cui vivo e sono sempre vissuto; un mondo che esiste solo qui dove Scarpa ha immaginato e realizzato un pezzo di Campi Elisi del XX secolo… Il FAI è grato a Ennio e Donatella Brion per il grande onore di avergli affidato questo capolavoro voluto dalla loro famiglia al fine di mantenerlo nel migliore dei modi possibili per sempre e per tutti così come loro hanno fatto fino a oggi.”
A seguito della donazione, formalizzata il 21 giugno 2022, il FAI si assume l’onore e l’onere della perfetta manutenzione, della gestione e della valorizzazione del monumento, che da venerdì 8 luglio rimarrà aperto al pubblico e liberamente accessibile negli orari di visita del cimitero (dalle 8 alle 19), presidiato da personale incaricato anche della manutenzione ordinaria degli edifici e del verde. Da settembre inizieranno speciali visite guidate su prenotazione, che si affiancano al racconto audio, già liberamente fruibile in loco tramite QR code, realizzato dal Comune di Altivole.
Dichiara Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: “L’archivio di Carlo Scarpa costituisce il nucleo fondante della Collezione del MAXXI Architettura. Attraverso mostre, pubblicazioni, progetti di ricerca e video, come il docufilm Oltre la vita delle forme di Francesco Conversano e Nene Grignaffini commissionato insieme alla DG creatività Contemporanea del MiC e dedicato proprio alla Tomba Brion, negli anni abbiamo lavorato per promuovere il pensiero e il lavoro di questo straordinario maestro. Oggi siamo particolarmente lieti della donazione del Memoriale Brion e siamo pronti a collaborare con il FAI per contribuire insieme alla valorizzazione di questo capolavoro limpido e poetico dell’architettura del ‘900”.