Foto: 1) e 2) Allestimento mostra; 3) Luca Girardini e Marco Zorzanello Museo Monumento al Deportato Carpi, MO BBPR Albe e Lica Steiner 1963 -1973, 2020; 4) Allegra Martin Ex uffici Torre del Mare Casa Tizzoni Marazzi Bergeggi, SV Mario Galvagni 1954 -1955, 2019.
Dopo la prima tappa l’autunno scorso nella sede milanese della Triennale, il palazzo razionalista costruito negli anni Trenta su progetto di Giovanni Muzio, l’esposizione si sposta a Roma in Palazzo Altemps, una delle prestigiose sedi del Museo Nazionale Romano, diretto da Sthéphane Verger, scrigno di storia e di tesori assoluti, come la collezione Altemps, la collezione Mattei e soprattutto la collezione Boncompagni Ludovisi. Il contemporaneo invade il cortile cinquecentesco popolato di statue, iniziato da Antonio da Sangallo il Vecchio, proseguito da Baldassarre Peruzzi e ultimato da Martino Longhi. E lo fa in modo chiaro, disegnando in rilievo la penisola, dalle Alpi alla Pianura Padana e poi via via il Centro, il Sud e le Isole. Mediante l’utilizzo di elementi mobili, gli stessi che si usano per approntare spettacoli all’aperto, sui quali sono poste, in corrispondenze delle località che rappresentano, le fotografie scattate da giovani fotografi lungo dieci itinerari che attraversano l’Italia raccontando la varietà del suo patrimonio architettonico contemporaneo. Lo spazio del cortile di Palazzo Altemps, diventa lo scenario di una originale rappresentazione cartografica del Bel Paese visto nella sua forma e con i suoi rilievi, che il visitatore può percorrere e indagare a suo piacimento. Un allestimento scenografico ed evocativo che si coglie meglio dall’alto, salendo fino alla prima loggia del palazzo. E’ da lì che si può avere il colpo d’occhio dell’insieme. Tanta inventiva, tanta attenzione alla parte tecnica dell’esposizione è stata premiata. Il progetto espositivo della mostra, ideato dallo Studio Folder di Milano, ha vinto il prestigioso Primo Premio (Gold Award) nella categoria “Exhibition Design” per l’edizione 2022 degli European Design Awards. Inoltre la mostra, pensata come un archivio itinerante, può essere facilmente smontata e rimontata, con un minimo volume d’ingombro.
La mostra “Dieci viaggi nell’architettura italiana” è stata commissionata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea diretta da Onofrio Cutaia, in collaborazione con il Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps guidato da Stéphane Verger, con la Triennale di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea diretto da Gabriella Guerci. “Un progetto che unisce architettura e fotografia, frutto della collaborazione fra le istituzioni - dichiara la Guerci - che fa leva sulla fotografia come strumento di mappatura, valorizzazione e tutela dell’architettura e del territorio e sulla promozione della giovane fotografia italiana”. Il progetto, curato da Alessandra Cerroti, Matteo Balduzzi e Luciano Antonino Scuderi, è accompagnato da un volume con lo stesso titolo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, con foto delle opere, riflessioni dei fotografi e testi di curatori ed esperti.
Tra il 2019 e il 2020 la Direzione Generale Creatività Contemporanea ha promosso una selezione pubblica rivolta ad autori giovani, non superiori ai quaranta anni, incaricati di documentare la varietà del patrimonio architettonico contemporaneo lungo dieci itinerari che attraversano tutta la penisola. Sono Roberto Boccaccino, Marina Caneve, Davide Cossu, Louis De Belle, Luca Girardini e Marco Zorzanello, Paolo Lindozzi, Allegra Martin, Simone Mizzotti e Alberto Sinigaglia. Quasi tremila le fotografie prodotte per documentare oltre 250 architetture, note e meno note, capolavori conosciuti e sorprendenti scoperte. Di queste sono state selezionate 108 immagini per la mostra. Ma tutte queste foto andranno ad accrescere la piattaforma “Atlante Architettura Contemporanea” (vedi www.atlantearchitetture.benicuturali.it), realizzata nel 2018 dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea per valorizzare i contenuti del “Censimento nazionale delle architetture del secondo Novecento”, in continuo aggiornamento e implementazione, e raccontare l’Italia attraverso lo sguardo dei giovani fotografi di architettura. Un’Italia che non conosciamo abbastanza, quasi che il nuovo, il contemporaneo debba apparire per partito preso meno interessante dell’antico.
Ed ecco questo viaggio lungo la penisola, dal Nord al Sud, da Courmayeur a Sciacca, da Piombino a Bolzano a Nervesa della Battaglia. Città e paesi, grandi e piccoli centri, visti dall’occhio del fotografo attento al linguaggio della contemporaneità. Allegra Martin punta l’obiettivo sui complessi residenziali di montagna a Courmayeur, a Gressan, il traforo del Gran San Bernardo (Dardanelli), la Fascia dei servizi sociali Olivetti (Figini e Pollini), a Ivrea, l’Università Statale di Milano, sede Ca’ Granda (Annoni, Belloni, Grassi, Portaluppi) e la Chiesa della Sacra Famiglia (Quaroni, De Carlo, Mor, Sibilla) a Genova. Simone Mizzotti fissa le immagini dell’Università di Genova situata su una collina a est, opera di Badano, Battaglieri, Calza e si ferma in particolare su una serie di oblò. A Firenze sono le case per appartamenti (Savioli, Santi) a colpirlo: “diversi volumi di una struttura, rigida ma armoniosa in cui l’innesto del legno alleggerisce il peso grigiastro del cemento armato”. Louis De Belle immortala le opere dello studio di Stefano Boeri e la torre RCS, la Stazione Milano Nord Cadorna di Gae Aulenti. Poi la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (Marconi) a Noci (Bari), il Centro Direzionale BESTAT (Piccinato , Consoli) di Taranto. Alberto Sinigaglia passa dal Residence Palace (Gellner) di Cortina d’Ampezzo all’Università della Calabria, Polifunzionale (Pica Ciamarra Associati), e alla Casa Salem (Culotta, Leone) di Cefalù.
Non ci sono solo edifici, ponti, stazioni fra le opere di architettura contemporanea degni di memoria. Ci sono anche i cimiteri come quello del Vajont (Gresleri, Varnier), sorto a 45 km dal luogo della tragedia , non in montagna, ma all’inizio della pianura, fotografato da Luca Girardini e Marco Zorzanello che a Parma, nella città dei morti fissano l’immagine del Tempio di Cremazione (Zermani, Tessoni), un tempio laico dalle forme austere e rigorose. Altro luogo della memoria Longarone dove la Chiesa dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine di Michelucci guarda in lontananza la diga del Vajont fotografata da Marina Caneve.
A Bologna si distingue la Jhons Hopkins University (Luca Girardini, Marco Zorzanello) con vista sui tetti del centro della città, mentre a Urbino (stessi fotografi) in cima a una collina, mimetizzata tra viti e ulivi spunta Casa Sichirollo – Ca’ Romanino (De Carlo). A Livorno è la Sinagoga di Di Castro a colpire Flavia Rossi e a Sassari il Padiglione dell’Artigianato Eugenio Tavolara (Bads) immortalato da Paolo Lindozzi che fissa l’immagine di un’altra struttura importanti per la sua funzione: la Direzione Generale RAI (Berarducci, Fioroni) del quartiere della Vittoria a Roma impreziosita all’interno da opere d’arte. Il soffitto metallico è disegnato da Gino Marotta, le sculture sono di Giacomo Manzù ed Emilio Greco. A Roma, con perfetto tempismo, Paolo Lindozzi si confronta con l’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (Bulian) che non nasconde le sue stratificazioni storiche, in dialogo con le proiezioni del cielo stellato e con le statue in bronzo e marmo provenienti dalle terme imperiali. Imponente il Santuario di San Pio da Pietrelcina (Renzo Piano), spazi enormi e strutture audaci…”E’ quasi come fotografare un aereoporto”, confessa Roberto Boccaccino.
Museo Nazionale Romano – PalazzoAltemps, Piazza di S. Apollinare 46, Roma. Orario: dal martedì alla domenica ore 11.00 – 18.00. Fino al 4 settembre 2022. Informazioni: museonazionaleromano.beniculturali.it