"La ripresa delle città d'arte è il dato più importante. Siamo a metà di giugno e abbiamo già quasi raggiunto i dati del 2019. Va bene ma non ci accontentiamo". Così il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, intervenendo a "Ritorno alla grande bellezza: la ripartenza del turismo culturale", organizzato a Roma da Assoturismo Confesercenti. "Anche se avere regole differenti dagli altri Paesi ci dà degli svantaggi, il turismo culturale aggancia un ottimo rimbalzo frutto di due dati: ritornano gli stranieri e gli italiani hanno riscoperto la bellezza del nostro Paese. Siamo contenti? No. Perché a gennaio siamo i primi, il Paese più desiderato del mondo. Però a fine anno poi siamo quinti negli arrivi effettivi. Abbiamo quindi ampi margini di miglioramento, ma dobbiamo impegnarci tutti. Dobbiamo investire ancora: abbiamo fatto un bando per migliorare le strutture ricettive. Ci sono 600 milioni disponibili, 3 miliardi di richieste effettive. Una buona notizia perché si tratta di imprenditori che vogliono investire e troveremo il modo di esaurire la lista e rispondere alle richieste di tutti. Altro investimento necessario è sull'innovazione. Stiamo investendo anche sul cicloturismo: in Germania vale 20 miliardi, in Italia solo 5". "E poi c'è da risolvere il problema del personale- aggiunge il ministro- il turismo sta sostenendo l'economia del Paese e aiuterà a tamponare la frenata che arriverà in autunno soprattutto per i costi dell'energia. Abbiamo però necessità di trovare soluzioni nell'immediato: il reddito di cittadinanza ha luci ed ombre. Un terzo circa di chi lo percepisce è occupabile: troviamo una soluzione. La mia proposta di lasciare metà del reddito e consentire la cumulabilità. Questa proposta va nella direzione di trovare subito una soluzione, perché le imprese non possono al momento aumentare i costi. Ragionamento su contratti stagionali più lunghi e su welfare va fatto. I voucher: sono stati ingiustamente demonizzati e questo mette fuori mercato tutta una serie di lavoratori che potrebbero dare una mano, perchè purtroppo non ci sono strumenti flessibili". (Dire)