La voglia degli italiani di andare in vacanza è più forte delle preoccupazioni, sia dovute al Covid che all'incremento dei costi che ha riguardato la stragrande maggioranza dei beni e servizi in Italia. Ne è una prova l'indice di propensione al viaggio che ritorna allo stesso livello di prima dell'emergenza sanitaria, ovvero a 67 punti (su scala da 0 a 100).
Sono 23 i milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni che hanno intenzione di andare in vacanza nei mesi estivi, seppur in una situazione caratterizzata da grandi incertezze. Questo è quanto risulta dall'Osservatorio Confturismo-Confcommercio sull'analisi di fine aprile. Tra chi andrà in vacanza, 4 italiani su 10 le hanno già programmato il proprio viaggio, mentre gli altri hanno dichiarato di avere intenzione di prenotare il viaggio in un secondo momento, se non addirittura a pochissima distanza dalla partenza.
In generale, quello che emerge dopo la pandemia è un diverso approccio degli italiani ai viaggi: si preferisce infatti la possibilità di organizzarsi all'ultimo e cambiare programmi a distanza di poco dal viaggio, rispetto alla pianificazione per tempo della vacanza.
Dopo due anni drammatici, dunque, il turismo rivive un po' di serenità: questo è il messaggio che emerge dalla 72esima assemblea di Federalberghi, in cui non sono comunque venuti meno gli avvertimenti sui problemi vissuti dalle imprese, che devono convivere con il rincaro dell'energia, effetto della guerra in Ucraina, il peso del fisco e della burocrazia, l'abusivismo sempre più presente e la mancanza di personale.
"L'Italia ha enormi margini di miglioramento. Tolto il tappo, c'è un fenomeno di grandissima voglia di tornare in Italia dopo due anni di assenza", afferma ministro del Turismo Massimo Garavaglia. "Dai primi dati notiamo che su aprile, maggio e giugno l'Italia ha un tasso di riempimento delle strutture ricettive di 10 punti superiore alla Spagna, nostro tradizionale competitor. Non si vedeva da anni, c'è un rimbalzo ma dobbiamo renderlo strutturale".
I dati registrati nei fine settimana di Pasqua e del 25 aprile mostrano segnali positivi per quanto riguarda i mesi estivi, come afferma il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. In particolare, i numeri registrati fanno ben sperare per il periodo estivo, dato soprattutto il ritorno del turismo straniero, specialmente americano, nelle città d'arte. Ma il segnale più importante è quello degli italiani, che vanno in vacanza e rimangono in Italia.
Su alcuni mercati, come appunto quello americano, i dati sono gli stessi di alcuni anni fa: agli americani piace l'Italia e fanno vacanze in Italia. Ma questo anno si è dovuto rinunciare ad altri mercati internazionali come la Russia e tutto il Far East, quindi Cina, Taiwan, Corea e Giappone, del tutto assenti per via del Covid.
Per questo motivo è fondamentale, secondo il presidente di Federalberghi, che la politica metta al primo posto dei propri programmi il turismo. Nel 2021 la spesa dei turisti stranieri in Italia è scesa di 22,5 miliardi di euro, con una diminuzione del 50,9% rispetto al 2019.
Con l'arrivo del nuovo anno la situazione si è aggravata ancora di più e solamente quando si sono allentate le misure di sicurezza l'Italia ha potuto competere con altri paesi: solo allora gli stranieri sono ritornati in Italia. Ora è il momento, secondo Bocca, di rafforzare questo andamento puntando su investimenti e innovazione: gli albergatori spingono sull'enogastronomia, sicuri che la ristorazione di qualità sia l’alleata ideale per attirare i flussi turistici.