Si è concluso domenica, al Palazzo dei Congressi Roma Travel Show il Salone del Turismo della Capitale. Oltre a presentare l'offerta turistica dell'intero territorio nello stand allestito all'interno della fiera, l'assessorato al turismo della Regione Lazio ha voluto puntare l'attenzione su tematiche ben definite: il turismo delle radici, che rappresenta una strategia integrata per la ripresa del settore, inserita anche nell'investimento per l'attrattività dei borghi del Pnrr. Su questo tema, sabato 7 maggio, nell’ambito della manifestazione, la Regione Lazio ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Turismo delle radici: il ruolo della memoria nel Lazio” coordinata da Valentina Corrado, assessora al Turismo della Regione Lazio. Come illustrato nell’introduzione al dibattito da Valentina Corrado, la promozione del “turismo delle radici” rientra nella più generale strategia della Regione, indirizzata anche a sviluppare nuovi segmenti di turismo finora poco conosciuti e sfruttati. Questa tipologia di turismo ha registrato negli ultimi anni un incremento, una crescente domanda volta al recupero o riscoperta delle proprie radici, della propria identità, alla realizzazione di un’esperienza sul territorio e alla valorizzazione di aree poco note e non comprese nei tradizionali itinerari turistici.
Una tavola rotonda dal titolo “Turismo delle radici: il ruolo della memoria nel Lazio” non poteva non comprendere anche l’Argentina, un paese la cui popolazione ha per quasi il 50% origini italiane. La responsabile dell’Ufficio del turismo dell’Ambasciata argentina in Italia (Vanessa Di Martino Creíde) ha ricordato come nel 2019 degli 1,7 milioni di argentini venuti in Italia per vacanza ben 1,3 milioni hanno soggiornato per almeno 3 gg a Roma. A seguito della visione di un video promozionale sul paese situato “dall’altra parte del mondo” (Papa Francesco), l’assessora Corrado ha colto l’occasione per fare notare come tra i fattori che accomunano l’Argentina all’Italia vi sia anche un’offerta turistica estremamente diversificata grazie alla grande varietà di paesaggi esistenti in entrambi i paesi.
Letizia Sinisi, esperta di turismo delle radici e ideatrice del programma “Rooting experience planning” ha evidenziato nel suo intervento come questo turismo si differenzi da altre forme di viaggio e rappresenti un’esperienza di rigenerazione anche personale secondo un preciso processo emozionale. Un turismo che può rappresentare un’opportunità per il recupero dei territori di emigrazione, soprattutto quelli meno conosciuti, anche e in particolare nella regione Lazio, su cui è stata fornita una panoramica.
Per poter adeguare l’offerta proposta a questa tipologia di turisti, è necessario conoscere bene le loro aspettative e non deluderle, ascoltare le loro richieste e offrire un’accoglienza adeguata, conoscere bene il paese di provenienza. In questo senso è fondamentale aggiornare le strutture e adeguare la formazione della filiera turistica, pubblica e privata. A tal riguardo ha citato il suo libro “Turismo delle Radici- un’opportunità per ripartire con il Rooting Experience Planning”, che oltre a fornire una fotografia attuale del fenomeno, offre indicazioni tecniche su di una specifica metodologia territoriale collaudata con successo da anni.
Carlo Barbieri, socio fondatore della “Associazione Svegliamoci Italici” ha stimolato i presenti a non soffermarsi solo alla relazione tra turismo delle radici e ruolo della memoria, ma a guardare ‘oltre’ e superare i confini nazionali, a rivolgersi a tutti coloro che per diversi motivi, sono attratti dalla nostra cultura, dal nostro modello di vita: a tutti coloro che possono, così, definirsi “italici”. E quindi, va valorizzata questa forma di cittadinanza, di appartenenza alla nostra cultura, questa condivisione pur nelle diversità, attraverso lo sviluppo di un turismo delle “radici culturali”. Anche qui, fondamentale è un approccio nuovo nell’ascoltare e recepire le richieste di questa “comunità” e mettere in atto iniziative concrete di valorizzazione di questa offerta culturale. In questo modello di sviluppo turistico alla ricerca o alla riscoperta delle comuni radici culturali gli “italici”, cioè cittadini italiani e non, possono svolgere un ruolo importante sia dal lato della domanda che dell’offerta turistica.
Centrale sarà in questo processo un’offerta formativa intelligente e partecipata, come anche l’attenzione particolare da dedicare alle giovani generazioni, ai numerosi “cervelli in movimento” come catalizzatori di proficue “osmosi culturali”, all’utilizzo delle nuove tecnologie condito da un approccio umanistico che possa “italicizzare” le reti di comunicazioni e le relazioni virtuali.
Gli ultimi interventi di Claudia Bettiol (ideatrice del Premio “Town Ambassador”), dell’italo scozzese Cesidio Di Ciacca (albergo diffuso a Picinisco) così come il commosso collegamento con Tony Malizia (da Toronto) hanno permesso di illustrare un progetto concreto di rilancio della Val di Comino nella Provincia di Frosinone. Un’iniziativa che ha visto un significativo coinvolgimento di non italiani e di giovani terze generazioni di italo-canadesi (o italo-anglosassoni) i quali, a fronte del loro entusiasmo e delle loro aspettative per (ri)scoprire territori a loro ignoti o solo immaginati dai racconti dei loro più anziani familiari, si sono dovuti spesso scontrare con complesse procedure burocratiche (nel caso di autorizzazioni per investimenti o avvio di attività economiche) o con incomprensioni se non delusioni nei rapporti umani con alcune fasce della popolazione sul territorio. Un’ esperienza che ha coinvolto e coinvolge degli “italici senza saperlo” (o, degli “italici per caso” volendo parafrasare un noto programma televisivo del passato) i quali vorrebbero che le “radici servissero non solo per incrementare le quote di turismo ma anche per offrire valori a coloro che vengono”. In altre parole una forma di scambio (come l’espressione inglese “win/win”) che si incentri sulla cultura.
A conclusione dei lavori seguiti con grande interesse tanto da protrarsi ben oltre l’orario previsto, l’assessora Valentina Corrado ha ribadito l’importanza di sostenere il turismo delle radici nella programmazione della Regione, l’impegno a superare i numerosi ostacoli burocratici che ostacolano gli investitori ad avviare attività economiche e culturali per il recupero dei territori e la ferma volontà di coinvolgere i giovani, siano essi italiani e non, affinchè il turismo delle radici possa avere un significato per il passato, il presente ed il futuro. L’assessora Corrado ha, quindi, augurato successo alle iniziative preannunciate durante il Talk, dal Summer Camp di fine settembre a Carbognano, ai progetti per i Borghi Farnesiani dei Cimini.