“Alle 14 di oggi, erano stati erogati 401.125 bonus vacanze, per complessivi 183 milioni di spesa. Sinora, 12.580 persone lo hanno già utilizzato in un albergo”. Esordisce così il ministro della cultura, Dario Franceschini, durante il Question Time di mercoledì 8 luglio alla Camera.
Secondo Franceschini il bonus vacanze, erogato dal primo luglio, sta funzionando, ma la realtà sembra essere un’altra. Finora, infatti, solo il 3% delle famiglie è riuscito a sfruttare il voucher. A poco più di una settimana dal suo lancio, si parla già di ‘falsa partenza del bonus vacanze’.
Un albergo su due, di quelli tornati in attività, rifiuta i 500 euro del voucher bonus vacanze. Ancor più difficile è ottenere lo sconto al Sud: la maggior parte degli ‘hotel a misura di voucher’ si trova sopra il Tevere. La regione con il numero più alto di strutture disponibili è l'Emilia Romagna, con più di 230 hotel.
La realtà, sempre più scoraggiante, sta rallentando la corsa all'incentivo. Per ora, solo il 3% dei nuclei familiari (con un Isee entro 40 mila euro) ha effettivamente speso il bonus, utilizzando appena il 10% delle risorse messe in pista per sostenere il turismo in questa fase.
Certamente non aiutano le strategie utilizzate da alcuni albergatori: c’è chi applica tariffe differenziate nei confronti degli ospiti che utilizzano il voucher (chiedendo, in alcuni casi, di spendere almeno mille euro – il doppio del valore del bonus – per poterlo accettare), chi non accetta il bonus vacanze nel mese di agosto e chi applica penali più elevate sulla cancellazione se a prenotare è un avente diritto allo sconto.
Per l'Unione Nazionale Consumatori 1 struttura ricettiva su 3 non accoglie l'incentivo. Le strutture rispondono sostenendo che il bonus vacanze è uno sgravio fiscale che non porta liquidità agli operatori, ma permetterebbe solo di compensare i debiti fiscali e contributivi, mentre gli albergatori devono pagare subito gli stipendi e le utenze cercando di far quadrare i conti.
“Capiamo i problemi di liquidità, il limite del provvedimento consisteva nel chiedere agli albergatori già in difficoltà di rinunciare a incassare subito i soldi, ma è una percentuale assurda, specie se si considera che non c'è il tutto esaurito nelle località di villeggiatura. Dopo una buona partenza il bonus vacanze sembra essersi affossato”, spiega il presidente dell'UNC Massimiliano Dona.
La conseguenza di questi fattori è a carico dell’intero Paese: la misura costa 2,1 miliardi di euro. “Mi auguro che il miliardo di euro di risorse che non verrà speso a causa del flop non venga poi destinato ad altri comparti”, incalza il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, riferendosi a buona parte della misura che potrebbe rimanere in cassaforte e fare tesoretto in caso di flop.
Nonostante ciò, il Mibact continua a lodare le potenzialità della misura, sostenendo ottimisticamente che potrebbe esserci una crescita progressiva di beneficiari da qui al 31 dicembre, data di scadenza dell'incentivo. Il ministero si sta però scontrando con le proteste degli aspiranti vacanzieri sui social.
Oggi, strutture e turisti si chiedono se il bonus vacanze rientri effettivamente in una strategia di lungo termine per la ripresa del settore o se sia una soluzione poco ponderata, dettata dall’esigenza di una risposta immediata al post-covid.
È possibile rintracciare gli hotel che accettano il voucher sul sito italyhotels.it, portale di Federalberghi.