Foto. In ordine, i lavori di: Banksy, Jorit, Tvboy, Nello Petrucci e Laika
Le strade sono deserte, ma i muri, fossero anche i muri di casa, continuano a macchiarsi di colore per raccontare l'emergenza Coronavirus e il suo impatto sulla vita quotidiana. La street art, attraverso le sue molteplici forme, come di consueto descrive e interpreta l'attualità, mettendone in luce sia gli aspetti positivi che le contraddizioni.
Banksy, il più celebre street artist al mondo, ha recentemente postato sul suo profilo Instagram una foto del bagno di casa, l'ultimo luogo in cui ha dato sfogo all'estro creativo che lo ha reso famoso; nell'immagine dei topi disegnati - da sempre simbolo dell'anonimo artista inglese, in quanto animali che si muovono furtivamente proprio come fa lui stesso quando realizza le sue opere in giro per il mondo - spostano lo specchio, giocano con i rotoli di carta igienica, imbrattano il water e i muri, si appendono alla corda della doccia e scombinano gli oggetti che si trovano sopra le mensole. “Mia moglie odia quando lavoro da casa”, così recita laconicamente la didascalia. Attraverso quest'opera Banksy ironizza sullo smartworking, il “lavoro da casa”, pratica che in questo momento accomuna milioni di persone costrette a rimanere nella propria abitazione per evitare di contrarre e diffondere il Coronavirus.
Il lockdown non ha posto freni neppure alla creatività di Jorit, street artist partenopeo di fama internazionale, noto soprattutto per dipingere sulle facciate di palazzi di periferia volti di personaggi famosi con due strisce rosse su entrambe le guance, un simbolo che sancisce l'entrata metaforica in una tribù, che per l'artista di Napoli è la tribù umana (“Human Tribe”), in grado di riunire individui di diverse identità culturali. Jorit ha realizzato e messo all'asta per beneficenza il ritratto di Paolo Ascierto, oncologo dell'Istituto Pascale e uno dei primi ad aver sperimentato la somministrazione del farmaco tocilizumab nei pazienti affetti da Covid-19, raccogliendo ben 14.400 euro. Ha inoltre dipinto, sul tetto di un edificio situato nel quartiere Barra, a Napoli, il volto di un giovane Muhammad Alì, lottatore dentro e fuori dal ring. “Napoli lotta, i popoli del mondo lottano”, ha scritto su Instagram presentando la sua opera.
Anche Tvboy, street artist italiano ugualmente conosciuto a livello internazionale, non è rimasto con le mani in mano. Il suo ultimo lavoro è un disegno su carta, postato sui social il Venerdì Santo in occasione della Pasqua: una coppia con una bambina in braccio è chiusa in una gabbia sopra la quale vola una colomba che porta nel suo becco un foglio con su scritto “Hope”. Il disegno, come spiegato sulla pagina Instagram dell'autore, “raffigura lo stravolgimento della condizione dell'uomo. Abituati alla libertà, adesso padre, madre e figlia si trovano rinchiusi in un'uccelliera” mentre “sono gli animali, sui quali l'uomo ha sempre avuto il dominio, a essere in libertà ora”. Nelle scorse settimane Tvboy ha anche realizzato altre opere inerenti agli scenari e alle contraddizioni scaturiti dall'emergenza Coronavirus: due installazioni, la prima con la Gioconda che si fa un selfie mentre indossa una mascherina che le copre naso e bocca, la seconda, invece, con i protagonisti de “Il bacio” di Francesco Hayez che indossano sempre delle mascherine e reggono in mano un flacone di gel igienizzante; un disegno raffigurante Angela Merkel, Emmanuel Macron, Giuseppe Conte e Pedro Sanchez su una canoa battente bandiera europea, con la cancelliera tedesca che evita di remare e collaborare con gli altri tre, corredato dalla didascalia “Nessuno si salva da solo”; infine un ulteriore disegno che ritrae due operatori sanitari con le ali, definiti “i nostri angeli custodi”.
Un altro street artist italiano, Nello Petrucci, che vive e lavora a Pompei, allo scoppio dell'emergenza Coronavirus ha invece realizzato, nei pressi del centro commerciale La Cartiera, un murale per invitare tutti a restare a casa, “Sweet Home”. I protagonisti sono i Simpson, Homer, Marge e i figli Bart, Lisa e Maggie, tutti insieme seduti sul divano a guardare la televisione con indosso delle mascherine.
A livello mondiale, moltissimi sono gli street artist che si sono mobilitati per testimoniare gli effetti provocati dalla diffusione del Covid-19. Lo street artist Lionel Stanhope ha realizzato un murale ironico ispirato alla celebre opera di Jan van Eyck “Ritratto di uomo con turbante rosso”, che nel 2020 si presenta con la mascherina per difendersi dal contagio. Delle mascherine le indossano anche due ragazzi che si baciano a Venice Beach, in California, in un'opera di strada dell'artista Pony Wave. Indossa una mascherina con il simbolo di Superman anche un'infermiera dipinta su un muro da Fake, artista con sede ad Amsterdam che ha voluto evidenziare il ruolo centrale e le capacità di tutti gli operatori sanitari. C'è invece un disinfettante per le mani d'oro, con il marchio americano Purell, al centro di un murale dell'artista Darion Fleming, realizzato nella speranza - ha spiegato l'autore - di “offrire un po' di sollievo comico” in un momento estremamente difficile per tutti.
Vittima del Coronavirus è stato pochi giorni fa il celebre scrittore cileno Luis Sepúlveda e la street artist Laika ha voluto dedicargli un'opera intitolata “No paramos de llorar” (“Non smettiamo di piangere”), incentrata su due personaggi iconici della produzione letteraria dello scrittore cileno, un gabbiano in volo e un gatto. Entrambi gli animali piangono e il gatto, che indossa una mascherina, si ripara dalla pioggia di lacrime del gabbiano. “Sono sempre stata una grande lettrice di Sepúlveda - ha dichiarato Laika - e la notizia della sua morte mi ha particolarmente toccata. Ho scelto di salutarlo attraverso Fortunata e Zorba, la gabbianella e il gatto, perché è il primo suo libro che ho letto e forse anche quello più conosciuto, con cui Sepúlveda è riuscito a parlare a tutti, a un pubblico fatto di adulti e giovanissimi”.