È iniziata una diatriba tra l’associazione nazionale guide turistiche (ANGT) e l’associazione guide turistiche abilitate (AGTA) a causa di una lettera scritta dalla prima associazione, indirizzata al Primo Ministro Giuseppe Conte, in cui si mettono a disposizione le competenze dei professionisti del settore per il tutto il periodo d’emergenza Coronavirus.
Due giorni fa l’ANGT ha inviato una lettera al Presidente Conte, per due ragioni principali: chiedere aiuto per la categoria e mettere a disposizione le competenze della stessa categoria per questo periodo.
Il turismo italiano, europeo e mondiale è fortemente in crisi a causa del COVID-19. Questo significa che molti professionisti del settore, quali archeologi, storici dell’arte, restauratori e archivisti, sono a casa. Come tutte le altre persone, stanno aspettando di poter ritornare a un po’ di normalità. Poter tornare di nuovo a lavorare e guadagnare.
In un mondo sempre più dominato dalla negatività dei fatti che stanno succedendo, l’ANGT ha voluto esprimere con questa lettera un sentimento di solidarietà e di speranza. L’idea è quella di mettere a lavoro questi professionisti nei luoghi della cultura, conferendo loro l’indennità di 600-800 euro per un periodo ipoteticamente superiore all’emergenza Coronavirus. Un sussidio per poter sopravvivere nei mesi successivi alla fine della crisi.
Questo è solo «un gesto nobile», ha dichiarato la presidente dell’ANGT Adina Persano, «per dire grazie all’Italia e a tutti coloro che hanno contribuito e che continuano a farlo, a rendere la nostra vita più sicura e a salvarci da questa tempesta che si è abbattuta sul nostro Paese e che ha turbato le nostre anime e stravolto le nostre vite».
Ma l’AGTA non è assolutamente convinta di questa soluzione. «Riteniamo indecente – ha ribattuto Isabella Ruggiero - la proposta nei confronti dei colleghi dei beni culturali, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà». Il compenso lavorativo è qualcosa di diverso dall’indennità e il Governo sta cercando di aiutare tutte le categorie colpite dalla crisi. Questa non fa eccezione.
Inoltre, il messaggio che pare venir fuori da questa proposta è «che in tempi di crisi ognuno possa fare tutto». Le competenze esistono anche qui. Ogni lavoro nei beni culturali ha una specifica competenza che non può essere improvvisata. Questa proposta, secondo AGTA, potrebbe mettere in seria crisi il settore dei beni culturali. Proporre di immettere lavoratori a basso, «rischia di essere una bomba per il settore».
La lettera di ANGT appare agli occhi dell’AGTA come una proposta di volontariato. L’AGTA, ha specificato Ruggiero, non vuole combattere una guerra tra professionisti. Questa replica ha solo lo scopo di mettere dei paletti. «Noi chiediamo al Governo un forte sostegno, ma non a scapito di altri. […] Ora io prego tutti di rimanere uniti. Perché la cosa peggiore che può capitarci è di lasciare che ci dividano. Siamo già deboli. Negli ultimi anni siamo riusciti a coagularci su tante battaglie. Continuiamo così».