Un’ampia area funeraria con tombe risalenti a oltre 5000 anni fa è stata scoperta da una spedizione italo-libanese di archeologi. Il ritrovamento è avvenuto nell’area di Nakhl durante la terza campagna della missione archeologica in Libano, condotta dall’Università degli studi di Udine e dall’Università Libanese (FLHS), Facoltà di lettere e di scienze umanistiche, Third Branch, di Tripoli, in collaborazione con l’Istituto francese del Vicino Oriente di Beirut.
Questa missione ha avuto due esiti più che positivi: sono state ritrovati degli ipogei funerari, ovvero delle tombe a camera scavate dentro la roccia, che probabilmente risalgono all’età del Bronzo (tra il 3200 e il 600 a.C.). Inoltre, il gruppo di ricercatori è riuscito a ricostruire l’origine della città medievale di Amioun, il capoluogo dell’area di Koura, risalente a 5000 mila anni fa.
L’area indagata ha superato i 100 chilometri quadrati: sono stati 90 i siti archeologici, di età compresa tra il V millennio a.C. e il XV secolo d.C., ad essere identificati in quest’area durante la spedizione. Tra le altre cose, sono stati portati alla luce 2000 reperti, tra frammenti ceramici a utensili in pietra.
L’indagine archeologica è durata all’incirca un mese e rientra nell’ambito del “Progetto Archeologico Libano Settentrionale”, sostenuto dalla Direzione generale delle Antichità libanesi, finanziato dall’Università di Udine, dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Cooperazione internazionale (Maeci) e dalla ong milanese, Coordinamento delle Organizzazioni per il servizio volontario (Cosv).
La direzione della spedizione è stata affidata a Marco Iamoni, Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, e a May Haider, Università Libanese (FLHS). La spedizione era composta da 11 membri: Iamoni e Haider, i due responsabili; Luigi Turri, storico dell’Università di Verona; Laura Zanazzo, dottoranda in Scienze dell’antichità all’Università di Udine; Maddalena Scattini e Giulia Toniato, studentesse della Scuola interateneo di specializzazione in Beni archeologici (Sisba); Sara Zampa, studentessa dell’Università di Udine; Eliana Tablieh, della Direzione Generale delle Antichità libanesi; e tre studentesse dell’Università Libanese (FLHS), Lena Borgi, Elissa Nader e Jinan Ibrahim.
Durante l’anno sono state poi organizzate due mostre, grazie al sostegno degli Istituti coinvolti e della Società “Dante Alighieri” in Libano, per scoprire ulteriormente l’eredità culturale del territorio: la prima prende il nome di "New discoveries in the archaeological and cultural heritage of Koura", la seconda invece è "Rediscovering Amioun: the cultural heritage of an ancient city of Koura".
È prevista nel 2020 una quarta campagna a conclusione del lavoro di ricognizione nel Nakhl.