A rischio l'intonaco e la pittura degli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi, con le “Storie di San Francesco”, in Santa Croce a Firenze. Sono stati condotti approfonditi lavori di ricerca sull’opera e l'analisi dello stato di conservazione ha messo in evidenza numerose criticità. Per salvare alcuni tra i più famosi dipinti del terzo decennio del Trecento partirà così un restauro che durerà tre anni, affidato dall'Opera di Santa Croce all’Opificio delle Pietre Dure e che avrà il sostegno dell'Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (Arpai) e della Fondazione Cr Firenze, oltre che del ministero per i Beni e le Attività Culturali.
È prevista una prima fase di campagna diagnostica, che sarà avviata immediatamente, e il successivo restauro conservativo articolato su più fasi che verrà ampiamente documentato. Le indagini verranno eseguite utilizzando le più recenti strumentazioni opto-elettroniche e verranno programmate in differenti momenti dell'intervento.
Nel corso del tempo, gli affreschi di Giotto sono stati addirittura cancellati, rimanendo nascosti per oltre un secolo. Nel 1730 vennero infatti coperti di vernice a calce, con la tecnica della scialbatura. La pittura dell’artista, dopo essere stata amata e ammirata per tutto il Rinascimento, finisce per essere considerata fuori moda: colori troppo vivaci e uno stile definito con disprezzo primitivo. Ci vorranno centoventi anni per riscoprire la magnificenza semplice e la forza comunicativa di Giotto e del suo Francesco d'Assisi fiorentino con un intervento, che insieme a diversi altri (su opere che avevano subito un destino analogo), segnerà la nascita della grande tradizione italiana del restauro.
A 70 anni dall’ultimo intervento è stato presentato questo nuovo progetto: “Un’occasione irripetibile per conoscere i segreti dell'artista e delle sue scelte riguardanti le tecniche della pittura murale”, come ha affermato Marco Ciatti, soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure, annunciando oggi l'intervento con Irene Sanesi, presidente dell'Opera di Santa Croce. “Arpai ha restituito ai cittadini italiani molti capolavori del loro patrimonio - ha sottolineato Dominique Marzotto Desforges, presidente dell’associazione - mia sorella Veronica ed io abbiamo scelto di impegnarci con una donazione in memoria di nostra madre, che ci ha sempre accompagnato con la sua cultura appassionata e dedicata”. La Fondazione Cr Firenze invece non è la prima volta che collabora ad un intervento nella basilica di Santa Croce. Dal 2001 ad oggi ha infatti sostenuto numerose operazioni di grande rilievo per un importo complessivo di circa mezzo milione di euro, “La nostra adesione a questo nuovo grande progetto è dunque il proseguimento di un percorso che vuole anche valorizzare le alte competenze che sa esprimere Firenze” ha dichiarato Donatella Carmi, vicepresidente dell’istituzione.