Un pungente articolo del Fatto Quotidiano e la trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” riaprono le polemiche - in verità mai sopite - del passaggio della direzione generale del Turismo dai Beni Culturali (Mibac) alle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaft). Sinora non è accaduto nulla di sostanziale e, dopo più di sei mesi, tutto appare immobile. Rimane ancora inattuata la nuova organizzazione ministeriale per integrare il settore turistico nella struttura burocratica preesistente, dopo che il Consiglio di Stato ha dato un parere negativo che ha il sapore di una vera e propria bocciatura. Il Capo di Gabinetto Luigi Fiorentino è alle prese con la ridefinizione del decreto e si prevede passino ancora alcuni mesi perché le nuove norme del DL 86/2018 trovino compiuta attuazione. I dipendenti che hanno scelto di passare da via del Collegio romano (sede del Mibac) all’Agricoltura, circa il 50% del personale in forza alla vecchia Direzione generale, è stato distribuito in ordine sparso con il risultato di aver depauperato ulteriormente le competenze residue che ancora esistono e resistono alla faccia di riforme confuse quanto avventate.
All’ENIT non è stato sinora nominato il Consiglio di Amministrazione, come si è lamentato ancora oggi Bernabò Bocca, il potente leader di Federalberghi Confcommercio. Solo da poco il Consiglio dei Ministri ha deliberato la nomina del nuovo presidente Giorgio Palmucci, già capo dell’attuale Ministro quando quest’ultimo era un funzionario vendite del Club Med. Per il resto, non sono stati formalizzati gli altri due componenti del CdA. Se il nominativo di estrazione imprenditoriale (come già annunciato dal nostro giornale) è certo e corrisponde al profilo di Magda Antonioli, bocconiana di simpatie leghiste, le Regioni hanno rinviato ancora la designazione del loro rappresentante e stanno cercando affannosamente un esperto di alto livello. Si fa il nome in queste ore dell’Assessore al Turismo della Sicilia, Sandro Pappalardo, che avrebbe rinunciato a candidarsi per le Europee nelle liste di FdI. Ci sono ancora problemi normativi (per prassi e procedure amministrative si è preferito sinora non scegliere politici in carica), ma pare che siano in via di superamento.
Le polemiche di questi giorni nei confronti del Ministro Centinaio sono legate soprattutto ai 46 milioni di euro disponibili per il settore del Turismo ed ancora non impegnati, a cui si aggiungono i fondi residui (oltre 25 meuro) assegnati all’ENIT da Franceschini e mai spesi, con il concreto rischio di perenzione.
Ma, in verità, qualcosa si muove, anzi si spende…. La Stampa ha reso noto (edizione web del 22 dicembre scorso) che il Ministro Centinaio ha uno staff di 18 persone con un costo di circa un milione di euro l’anno. Oltre a tale ingente spesa, si è deciso di incrementare le somme erogate alla società pubblica INVITALIA perchè fornisca ulteriori prestazioni a supporto delle esigenze ministeriali nel settore del turismo. Si tratta di un milione di euro aggiuntivo (oltre ai due già previsti dalla convenzione stipulata sotto la gestione Franceschini) per “assistenza tecnica”, praticamente ulteriore personale a disposizione delle esigenze di Centinaio. Una mossa improvvida, ricordando le polemiche che proprio uno stretto collaboratore dell’attuale Ministro sollevò sull’opportunità di avvalersi di soggetti esterni, senza valorizzare invece le risorse disponibili in ENIT e nel Ministero.
Forse ci sono motivazioni diverse che hanno spinto in direzione di INVITALIA e che al momento ignoriamo. Basterà aspettare un po’ e vedere come verranno impegnate queste risorse ed a chi verranno assegnate (immaginiamo dopo attenta selezione).