Le strane concentrazioni di contributi milionari del bando PNRR in 20 km dell’Alto Lazio attorno ad Acquapendente
Immagino già molti lettori pronti ad accusarmi di eccessivo buonismo per quanto da me scritto nell’articolo “Borghi avvelenati. Chiari e scuri sull’utilizzo delle tante risorse del PNRR per i borghi storici” pubblicato su questo giornale lo scorso 13 giugno. In effetti, mentre descrivevo un quadro generale pessimistico sull’insieme delle misure avviate (Bando Borghi Linea A e Capitolo Borghi nel Tavolo del Turismo delle Radici al MAECI), definivo la Commissione designata per l’esame presso il MiC delle 1.179 domande arrivate a seguito del Bando Borghi Linea B, come “ampiamente rappresentativa ed ineccepibile per professionalità”. Non avevo fatto i conti con le “sottocommissioni” di esperti, tecnici ed influencer che hanno evidentemente fatto il grosso del lavoro, lasciando ai Commissari l’onere della firma. Non si spiegherebbe altrimenti la disparità di valutazione dei progetti tra regione e regione, con la Campania che parte da un massimo di 91 punti, la Basilicata con 90, il Piemonte e la Liguria con 88, la Toscana con 87, in notevole difformità con il Lazio che parte con 74 e l’Abruzzo con 73. Non si spiegherebbe neppure l’assenza di valutazione di contesto generale, quale solo una commissione unitaria può produrre, evitando ad esempio quanto accaduto a Vignanello, dove il progetto presentato dal Comune con una richiesta di 1 milione e 437 mila non è stato finanziato, mentre lo è stato nello stesso comune, quello presentato da un privato, la signora Claudia Ruspoli con una richiesta di 1 milione e 900 mila per il proprio (e stupendo) giardino, quasi a voler significare che se non vale più il detto “cattedrale nel deserto” vale però un nuovo ossimoro: “splendido giardino tra le macerie”!
Non era mia intenzione occuparmi ancora di Borghi, ma ho dovuto farlo per capire cosa fosse successo, mettendomi in auto, da venerdi 24 a domenica 26 giugno, andando a visitare i Borghi selezionati nell’Alto Lazio, per omogeneità di analisi, visto che nel precedente articolo avevo preso ad esempio il progetto presentato per la linea A da Trevinano, finanziato per ben 20 milioni, tantissimi anche a fronte dei non pochi 4,5 assegnati per la realizzazione di quell’unicum che sarà a Firenze il MUNDI, il Museo della Lingua Italiana. Ma andiamo con ordine. Il 22 giugno mi arriva un invito per un incontro al Centro Congressi della Nuvola di Roma promosso dall’ANCI regionale con relatrice unica la signora Alessandra Terrosi, sindaca di Acquapendente, la quale presenta l’investimento monstre di TREVINANO (frazione di Acquapendente) di cui appunto abbiamo già parlato, e poi prosegue preannunciando ad horas interessanti novità in merito ai vincitori della Linea B del bando. Novità che puntualmente arrivano il giorno dopo. Nel leggere l’elenco dei selezionati, mi sono visto costretto a resettare tutta la geolocalizzazione dei Borghi vincitori. Rendendomi così conto che la pioggia milionaria non cade solo a Trevinano ma tutto intorno a questa miracolosa frazione di Acquapendente: VALENTANO dista 24 km da Acquapendente ed ottiene 1 milione e 600 mila, GROTTE DI CASTRO dista10 km da Acquapendente ed ottiene 1 milion e 600 mila, SAN LORENZO NUOVO dista 8,7 km da Acquapendente ed ottiene 1 milione e 600 mila, LATERA dista 17 km da Acquapendente ed ottiene 1 milione e 600 mila, PROCENO infine dista 12 km da Acquapendente ed ottiene 1 milione e 200 mila: quindi nel raggio di 20 km un totale di 30 milioni circa, poiché per Proceno bisogna aggiungere anche i 650 mila destinati alla messa in sicurezza della chiesa della Madonna del Giglio. Per completezza di informazione, occorre aggiungere, che “stranamente” risulta non finanziato poiché con punteggio minore, il pur famoso Comune di Bagnoregio, e che altrettanto “strano” appare che questi borghi non abbiano reputato utile aggregarsi, come auspicato dal Bando, pur potendolo fare tranquillamente, vista l’entità della popolazione residente: Latera 775 abitanti, Proceno 527, San Lorenzo Nuovo 2080. Ultima “stranezza”: sono tutti “comuni di confine”, collocati cioè ai bordi del territorio regionale, come del resto gli atri due borghi finanziati nell’Alto Lazio: Bassano in Teverina e Calcata, come se il criterio guida non fosse la ricerca dello sviluppo di aree interne con spiccata vocazione e potenzialità, ma aree confinanti con territori portatori di intereresti esogeni. Avendo fatto in questo week end un veloce giro della zona, ho avuto confermata la mia originaria convinzione e cioè che nella stessa zona ci siano tanti, tanti Borghi più belli, più rilevanti dal punto di vista della attrattività e della capacità di autorigenerazione mediante seri progetti per la captazione di correnti turistiche consapevoli e lo sviluppo dell’imprenditoria locale, rispetto non dico a tutti quelli selezionati ma certo a molti di essi (basterà ricordare sempre per restare nell’Alto Lazio, oltre i già citati Vignanello e Bagnoregio, gli splendidi borghi di Gradoli, Barbarano Romano, Bolsena, Carbognano, Ischia di Castro, Bomarzo, Corchiano ed altri, molti dei quali arrivati con progetti valutati con soli due punti in meno dei vincitori). E questa è pure l’opinione generale che ho raccolto in giro, mitigata a volte dalla speranza fornita dal fatto che non tutto il plafond finanziario a disposizione del MiC per la Regione Lazio è andato esaurito, e che lo stesso MiC ha di frequente fatto balenare la possibilità di un ampliamento delle risorse erogabili, sia in generale che applicando la riserva destinata ai progetti presentati da Comuni aggregati. Ho raccolto per la verità anche opinioni più negative ed orientate, che solo un intervento correttivo o esplicativo da parte del MiC potrà smentire, magari rendendo preliminarmente noti i criteri con cui sono stati assegnati i punteggi. Opinioni che riporto solo per dovere di cronaca ma che pure contengono verosimili appigli alla realtà dei fatti: “quelli che hanno vinto sono progetti predisposti da un unico gruppo di progettazione”; “ quelli che hanno vinto hanno un unico santo protettore”; “un gruppo finanziario importante ha messo gli occhi sull’area circostante Acquapendente, accaparrandosi aree e terreni, anche in considerazione degli altri fondi che giungeranno nella stessa zona, per le imprese che vi si installeranno, come previsto dal volet del Bando che stanzia ulteriori 200 milioni per le imprese”.
Come ho scritto all’inizio, la mia personale indagine e riflessione riguarda solo l’area presa in considerazione, quella dell’Alto Lazio. Spero sia la sola a presentare le “stranezze” che ho descritto. Per completezza dovrei descrivere anche il senso di amarezza e di frustrazione registrato parlando con gli amministratori e con i cittadini dei tanti borghi che ho visitato in questo week end, ma credo che al Ministero della Cultura ed anche all’ANCI, nazionale e regionale, sappiano quanto impegno , anche economico, è stato messo in campo in questi mesi da piccoli comuni difronte alla possibilità di un aiuto economico mai visto prima in termini così significativi. Perché incattivirli e costringerli ad azioni amministrative o giudiziarie? La “rigenerazione” si attua anche così.