Indubbiamente erano arrivati allo stremo delle risorse, i 5.535 Comuni italiani con meno di 5 mila abitanti, se con tanta voracità, ed occorre dire anche con tanta buona volontà e molte buone idee, si sono buttati alla caccia di quelle risorse, tante come non si erano mai viste, messe a disposizione dal Ministero della Cultura grazie ad una specifica misura del PNRR. E subito si sono accese polemiche e recriminazioni. >Il che ci può pure stare, ma il “buttarla in caciara” come si dice a Roma, è un rischio troppo forte, non per un Borgo o l’altro, ma per l’Italia intera. Infatti il nostro Paese ha portato a casa ingenti risorse che dovrà saper spendere entro metà dell’anno 2026 e rendicontare entro la fine dello stesso anno, nonostante gli eventuali minacciati ricorsi al Tar. Le polemiche sono partite dai criteri di assegnazione dei 420 mln di € della c.d. Linea A . In effetti il ministro Franceschini forse ha fatto troppo affidamento sulle capacità di scelta e decisione delle singole Regioni, affidando ad esse l’individuazione dei 21 Borghi destinatari di ben 20 mln ciascuno a fondo perduto. Già il criterio molto discutibile e molto “spartitorio” di un Borgo per Regione, indipendentemente da criteri quali estensione, popolazione, compresenza di più fattori di attrattività, consolidata esperienza o comprovata capacità di catturare significativi flussi turistici, ma poi le scelte operate dalle Regioni hanno fatto molto discutere ed anche molto sorridere. Per carità, non voglio dar ragione a quei Borghi che in rispettoso silenzio hanno atteso l’ufficializzazione dei risultati, salvo poi non appena letti i 21 nomi destinatari di una impensabile “befana” di 20 mln ciascuno, scatenarsi per chiedere di annullare tutto e di spartire il monte risorse tra tutti i partecipanti alla selezione. Ma indubbiamente, che la Regione Lazio con i suoi 255 Comuni sotto i 5 mila abitanti, moltissimi dei quali dotati di notevoli presenze di Beni Culturali o di risorse di varia natura e tutti o quasi “borghi in via di spopolamento”, abbia scelto Trevinano un Borgo di 142 abitanti, ha colto di sorpresa i tanti turisti consapevoli che hanno praticato i percorsi laziali senza mai accorgersi di questa “perla”. Pochi abitanti davvero per poter pensare ad una rigenerazione basata sulle proprie forze, a meno di non ricorrere all’espediente usato da “sora Pimpaccia” ovvero donna Olimpia Maidalchini che, per popolare nel 1600 il borgo di San Martino al Cimino fatto da lei costruire con la supervisione del Borromini, fece promulgare dal Papa un editto che faceva convergere a San Martino qualche centinaio di ex detenuti e di prostitute “redente”. A distanza di 400 anni da allora, oggi gli abitanti di San Martino sono tutte persone perbene, e sicuramente in continua diminuzione, ma in compenso non mancano monumenti, bellezze naturali, storia ed abitazioni abbandonate. Poiché a Trevinano nel 1980, cioè 40 anni fa, gli abitanti erano 177 e non 1000 o più, quindi di case abbandonate ce ne sono ben poche, e certo il PNRR non è stato pensato per aggravare il consumo di suolo! E per di più, visto che Trevinano dista 2 km dalla Toscana e 3 dall’Umbria, e chi conosce la zona sa benissimo che chi abita lì non gravita su Roma e neanche su Viterbo, ma approfitta usualmente del casello Autosole di Fabro (PG) che dista 18 km, e di sicuro non si sente laziale, i benefici di questa “iniezione di risorse e di cemento” non ricadranno sulla Regione Lazio ma su altre.
Altrettanto foriera di discussioni e problemi è stata l’altra decisione del ministro Franceschini, con la quale 20 mln della misura “rigenerazione Borghi storici” del PNRR sono stati dirottati sul Ministero degli Esteri, dove da qualche anno si riunisce periodicamente il c.d. “Tavolo del Turismo delle Radici”, formato da rappresentanti delle Regioni, dei Comites (rappresentanti dei nostri ex migranti), delle Associazioni locali di collegamento con gli espatriati, qualche serio studioso della materia, il tutto gestito dalla Direzione Italiani all’Estero. Alla quale spetterà decidere come utilizzare quei 20 mln, certo tenendo conto delle benemerite Associazioni e degli studiosi, ma soprattutto facendo scelte in aderenza con gli obiettivi della misura del PNRR da cui quei fondi provengono e dedicati “alla rigenerazione dei Borghi storici italiani”, quindi non iniziative sulla storia dell’emigrazione, né assistenza agli italo-discendenti sparsi per il mondo, ma attenzione invece ai Borghi italiani, favorendone la visibilità non campanilistica ma con aggregazioni territoriali, tematiche, di itinerari e percorsi, rammentando infine che quei 20 mln andranno spesi entro metà del 2026 e rendicontati entro la fine dello stesso anno. Ce la faranno i nostri dinamici diplomatici della Farnesina ?
Ed infine il ministro Franceschini doveva spendere i 580 mln della linea B, e correttamente lo ha fatto attraverso la pubblicazione di un Bando pubblico riservato ai Comuni con meno di 5 mila abitanti, dei quali 229 risulteranno vincitori. Tra pochi giorni sapremo i nomi dei 229 Borghi, in realtà almeno 400, poiché intelligentemente molti Borghi, per contiguità territoriale o tematica, si sono federati. Un Bando scritto con cura, a differenza ad esempio del Bando dello scorso anno denominato “Borghi in Festival”, che ha affidato l’esame delle 1.179 domande ricevute, ad una Commissione ampiamente rappresentativa e ineccepibile per professionalità. Non è chiara, pertanto, la finalità che spinge alcuni rappresentanti di aggregazioni municipali a gridare allo scandalo perché alcune domande sarebbero state respinte. E ci mancherebbe altro! Qualsiasi cittadino che non rispetti i requisiti richiesti in un atto pubblico, vedrà respinta la propria domanda nel caso non rispetti quei requisiti, e non si capisce perché un Comune , o aggregazione di Comuni, tutti dotati di un Segretario Generale, pubblico ufficiale con poteri notarili, possa godere del beneficio di impunità per non aver prestato attenzione ad obblighi chiaramente enunciati, con più di 90 giorni a disposizione per avanzare richiesta di chiarimenti attraverso il meccanismo pubblico delle Faq.
Mancano ormai pochi giorni alla conclusione dei lavori della Commissione di valutazione, e non è serio contestare ora le regole conosciute da molti mesi, non è corretto nei confronti dei tanti Comuni, anche montani, che hanno saputo correttamente leggere ed applicare quanto stabilito dal famoso Bando Borghi PNRR Linea B del MIC, non è giusto mettere a repentaglio con la minaccia o addirittura con la presentazione di ricorsi, l’attuazione di una misura di sostegno attesa da tante realtà locali. Questa volta ha ragione il Ministero, come potrò dettagliare meglio con esemplificazioni, qualora richieste.