Sembra essere tornato il sole sull’emisfero Turismo: 8 miliardi è la cifra si legge nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma forse è solo uno spiraglio che si appresta a scomparire, perché questi 8 miliardi dovranno esser divisi tra Turismo e Cultura. Di certo, è una bella differenza dai 3 miliardi iniziali, ma le preoccupazioni nel settore sono ancora molte.
Il Governo e il Ministero lo ha compreso: il Turismo è un settore che sta subendo molto. Il gesto di ampliare i fondi destinati al settore lo rende evidente. Ma basteranno questi sforzi?
Secondo Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, la risposta è negativa: « […] a fronte di una crisi così grave e profonda, anche queste risorse non sembrano adeguate». Lo ha affermato in un’intervista per Adknornos, per Colaiacovo c’è bisogno di interventi più consistenti per «ricostruire un solido futuro».
E non è l’unica a pensarla in questo modo, ma perché? 8 miliardi sembrano tanti, soprattutto rispetto alla prima cifra stanziata pari a 3 miliardi.
Questi fondi non sono dedicati totalmente al turismo, ma saranno suddivisi all’incirca in questo modo: 3,4 miliardi saranno destinati a siti minori, aree rurali e periferie, 1,9 miliardi a Cultura 4.0 e 2,7 per attrattori turistico-culturali.
Un primo passo è stato fatto, ma non basta per gli esponenti del settore. «Qui si tratta – ha dichiarato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo - di destinare cifre importanti per una ripartenza in tempi più o meno brevi per garantire l'esistenza in vita delle imprese della filiera del turismo».
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha sottolineato un punto fondamentale: cosa si intende per «grandi attrattori turistico-culturali»?
2,7 i miliardi per questi attrattori, ma «non capiamo che siano» e il Mibact ha maggiore sensibilità «sull'aspetto cultura piuttosto che sul turismo».
Il problema principale per Bocca è che non è stata soddisfatta una delle richieste fatte: allargare il superbonus al settore alberghiero. C’è bisogno di più fondi e il governo lo sta facendo, inizialmente dovevano essere nella legge di bilancio, ora nel Recovery Fund. Bene, un passo è fatto, ma dove indirizzarli? «Mi sembra – questa la preoccupazione di Bocca - che si parli di borghi, di turismo rurale ecc, ma non di quello che avevamo chiesto».
8 miliardi sono un sospiro di sollievo. Dura giusto un attimo. Non bisogna perder tempo e ne è convita Marina Lalli, presidente di Federturismo: è necessario, ora più che mai, «rivolgere una particolare attenzione ai progetti specifici velocizzando il processo».