Lo “Sposalizio della Vergine” diventa anche digitale, una copia composta interamente da pixel è stata creata dalla società Haltadefinizione. È già da qualche tempo che nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello, la stessa chiesa che lo ospitava originariamente, è tornato in un formato tutto nuovo, che non ha quasi nulla da invidiare all’originale, il dipinto realizzato da Raffaello Sanzio. Donato (ndr. per così dire) nel 1798 all’armata napoleonica e oggi conservato alla Pinacoteca di Brera, mancava da casa da 222 anni.
Vi trovate a Città di Castello nei primi anni del XVI secolo, vi state destreggiando tra i passanti e, superata la cinta muraria, vi dirigete verso la Chiesa di San Francesco. Vedete i mattoni della facciata, troppo semplici per comunicarvi qualcosa, ma a voi non interessa. Varcate la soglia, sapete già che sarete rapiti da quel dipinto olio su tavolo nella cappella di San Giuseppe. Al centro un sacerdote che media l’unione tra Maria e Giuseppe. È lo “Sposalizio della Vergine” che vi lascia sempre senza parole, realizzato da un ragazzo poco più che ventenne di nome Raffaello.
È questo lo spettacolo che i visitatori della Chiesa di San Francesco proveranno anche ai giorni nostri. Rimarranno senza parole sia per la bellezza, sia per l’incredulità del progetto. “Possibile che questo dipinto si un falso digitale?” è la domanda che continuerebbero a farsi. Forse rimarrebbero ancora di più stupiti, poiché la facciata della chiesta (almeno per l’evento inaugurale) era stata arricchita dalla proiezione dell’opera stessa.
Parlare di opera digitale, pixel e quant’altro non rende bene l’idea. La copia è materiale, esiste. Grazie all’acquisizione di innumerevoli fotogrammi dell’opera e alla stampa 3d è stato possibile realizzare questo progetto.
La riproduzione dello “Sposalizio della Vergine” è stata elaborata con un’immagine digitale in “gigapixel+3d”. Questa immagine è a sua volta, come accennato, il risultato dell’unione di tantissimi fotogrammi. Miliardi e miliardi di pixel che hanno reso possibile un’altissima definizione.
Questo procedimento è stato sviluppato da Memooria, loro partner, e gli ha permesso di creare una sorta di calco dell’opera.
Haltadefinizione è una società nostrana, nata nel 2005 a Novara, e ha già collaborato con enti culturali, quali musei, Gallerie e il Ministero dei Beni Culturali. Da tre anni è entrato a far parte del gruppo Franco Cosimo Panini editore, grazie al quale dobbiamo questa operazione di digital copy.
Con una tecnologia del generà risulta impossibile non pensare a come poterla sfruttare per poter valorizzare e tutelare maggiormente il nostro patrimonio culturale.