"Nella foto Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria"
"La decisione di queste ore di portare ad 8 miliardi i fondi destinati a turismo e cultura nel Recovery plan anche se ancora non proporzionata alla grave crisi che sta vivendo il comparto, è una notizia che ci fa finalmente tirare un sospiro di sollievo ha dichiarato la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli - ringraziamo il Presidente Mattarella e diamo merito al Ministro Franceschini e al Governo per aver capito la gravità della situazione, ora occorre, però, non perdere tempo e rivolgere una particolare attenzione ai progetti specifici velocizzando il processo”.
L'aumento degli stanziamenti per turismo e cultura è un primo segnale, il settore ha bisogno di interventi consistenti, immediatamente destinati alle imprese che sono il motore di questo mondo e di un piano strategico di ampio respiro necessario a ricostruire un solido futuro. La filiera del turismo saluta tiepidamente la nuova iniezione di risorse nel Piano di ripresa e resilienza che dovrà impiegare le risorse del Recovery Fund. Otto miliardi rispetto ai 3 iniziali sono già un segnale ma sono ancora troppo pochi considerando che andranno poi divisi, infatti secondo quanto si evince dalla bozza inviata ieri alle forze di maggioranza, si prevede nelle tabelle che 1,90 mld sono destinati a Cultura 4.0, altri 3,4 mld a siti minori, aree rurali e perfierie e 2,70 mld per i “grandi attrattori turistico-culturali”.
Ed è così che alcuni dei principali rappresentanti delle aziende del turismo, interpellati dall'Adnkronos, attendono le prossime mosse del governo, ovvero capire come saranno gestiti realmente i fondi. “Non siamo ancora soddisfatti sulle somme destinate al turismo, è ancora poco rispetto al fatto che il settore rappresenta il 13,5% del PIL.” è l’opinione di Vittorio Messina, presidente di Assoturismo-Confesercenti. “Noi non vogliamo assistenzialismo ma fondi per gli investimenti” sottolinea l'imprenditore che guida l'associazione dell'intersa filiera turistica, dai ristoranti, agli alberghi, dalle strutture ricettive agli stabilimenti balneari, alle agenzie di viaggi. Qui si tratta di destinare cifre importanti per una ripartenza in tempi più o meno brevi per garantire l'esistenza in vita delle imprese della filiera del turismo. Perplessità e parziale soddisfazione circola nell'ambiente dell’ospitalità: per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi-Confcommercio, “Sicuramente va apprezzato l'aumento dell'importo dedicato a Turismo e Cultura ma, capire cosa faranno con gli importi riportati nelle tabelle è un altro tema. Ad esempio: per i Grandi attrattori turistico-culturali vengono stanziati 2,7 miliardi, ma non capiamo chi siano e, siccome la sensibilità del MiBACT è tendenzialmente maggiore sull’aspetto Cultura piuttosto che sul turismo, se siamo indecisi tra un museo e un albergo la mia paura è che sia un museo (…)”.
E l’allargamento del super bonus 110% al settore alberghiero? Servono i soldi per ristrutturare le aziende, e se avevano detto che sarebbero stati messi nella legge di bilancio, così non è stato, poi il Recovery Fund si sofferma solo su borghi, turismo rurale ecc. , nulla di ciò che era stato chiesto.