“È partita per la Croazia la missione dei Caschi blu della cultura che avrà il compito di verificare i danni subiti dal patrimonio artistico croato a seguito della scossa di terremoto che ha colpito il paese alla vigilia di Capodanno”. Lo rende noto Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, il quale nel salutare gli esperti in partenza ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale e l'Unione europea si dotino al più presto di meccanismi di solidarietà individuando, così come già avviene per la protezione civile, meccanismi rapidi e automatici per gli interventi di tutela a seguito di calamità naturale. “Anche per i beni culturali - ha concluso il ministro - le prime ore sono fondamentali per salvare opere e luoghi patrimonio dell’umanità”.
L’offerta di assistenza ha colpito il governo croato, impegnato a risolvere gli ingenti danni provocati dal terremoto. “Il vostro aiuto è di enorme valore e di grande importanza per noi” ha dichiarato la Ministra della Cultura croata, Nina Obiljien Koržinek, in una lettera di ringraziamento recapitato al ministro Franceschini, “Sono stati colpiti i centri di Petrinja, Sisak e Glina ed è stato avvertito anche a Zagabria, provocando l'ulteriore deterioramento di monumenti già danneggiati”. A tre mesi dall'impiego in Libano e a un anno dall'Albania, la task-force italiana supportata dall'Unesco parte per Zagabria. È una mano tesa ai nostri vicini croati in un momento difficile, un ponte sull'Adriatico che ha le sue basi nella solidarietà, un contributo alla ricostruzione e alla speranza.
“Questa missione - ha aggiunto il dirigente del Servizio Emergenze e ricostruzioni della direzione generale per la sicurezza del patrimonio del Mibact, Paolo Iannelli - è un'ulteriore posso avanti rispetto alle missioni finora realizzate perché interviene in una situazione ancora emergenziale nelle aree maggiormente colpite dal terremoto e ancora soggette a scosse di assestamento”.
Il Team opererà nell'ambito del programma Unesco “Unite4Heritage” ed è composto da due carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale e un esperto restauratore dell'Istituto centrale del restauro del MiBACT che aiuteranno affiancandosi a una squadra croata di esperti e suggerirà soluzioni per mettere in sicurezza i beni e i monumenti danneggiati, grazie anche all'esperienza maturata nel 2016 nell'Italia centrale e in seguito in altri Paesi, e per pianificare insieme alle autorità croate i successivi interventi.
L'obiettivo è quello di fornire alla Croazia un supporto immediato attraverso la definizione dei primi indirizzi necessari alla messa in sicurezza dei siti e del patrimonio culturale danneggiati o a rischio di ulteriore danneggiamento a causa delle continue repliche telluriche ed acquisire tutte le informazioni necessarie alla predisposizione di un'eventuale ulteriore missione tecnica di recupero del patrimonio culturale.
Il nostro Paese ha acquisito una vasta esperienza nell'ambito della Protezione del Patrimonio Culturale non solo in Italia in ragione delle molteplici criticità al patrimonio derivanti da eventi calamitosi (terremoti, inondazioni, dissesto idro-geologico) ma, in forza di tale esperienza, anche all'estero. La Protezione del Patrimonio Culturale è da sempre un aspetto su cui l'Italia ha prestato la massima attenzione. Su di essa ha elaborato una politica volta a portare il tema al centro dell'agenda internazionale: dalla riunione dei Ministri della cultura dei Paesi partecipanti all'Expo di Milano del 2015, al G7 cultura di Firenze del 2017 che ha portato alla Risoluzione 2347/17 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la quale si prevede per la prima volta nella storia dell'Organizzazione e in via formale la possibilità di prevedere una componente culturale nelle missioni di pace e di sicurezza internazionali ogni qualvolta si renda necessario. L'Italia è ora Presidente del G-20 ed in tale veste ha in programma una riunione Ministeriale Cultura focalizzata su tre temi connessi alla protezione del Patrimonio artistico: i cambiamenti climatici, il traffico illecito e l'educazione e formazione al patrimonio culturale stesso.