Nel 2021 si celebrano i settecento anni dalla morte di Dante. In occasione della ricorrenza l’Accademia della Crusca ha deciso di pubblicare sul suo sito una parola di Dante al giorno.
Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 il sito web della Crusca, una delle più prestigiose istituzioni linguistiche d’Italia e del mondo, ospiterà 365 schede dedicate all’opera del Sommo Poeta: parole nuove, arcaiche, locuzioni, motti, latinismi, neologismi e onomatopee che esprimono il suo lessico e lo stile; arricchite da note di accompagnamento che ne spiegano la storia e il contesto. “Un’occasione per ricordare, rileggere, ma anche scoprire e approfondire la grande eredità linguistica lasciata da Dante” spiega l'Accademia.
La parola di Dante è “fresca di giornata”, nonostante i 700 anni che ci separano dalla morte del poeta; gran parte del vocabolario dantesco fa ancora parte del nostro patrimonio linguistico. È sufficiente pensare ai lemmi pubblicati dalla Crusca in questi giorni: “bella persona” (Inferno, V, 101 - espressione che usa Francesca da Rimini per riferirsi al proprio corpo, oggi invece riferita a doti morali come generosità e lealtà), “pani di Natale”, “lievito”, “dolenti note” e persino “merda” (Inferno XVIII, 116).
Grazie all’attualità del lessico dantesco l’iniziativa sta riscuotendo un grande successo soprattutto sui social media dove le parole vengono rilanciate attraverso i canali dell’Accademia (Facebook, Twitter e Instagram).
Molti sono anche i neologismi creati da Dante che – come spiega Claudio Marazzini, presidente della Crusca – “non aveva paura di usare parole nuove” come “immiarsi” (Paradiso, IX, 81) per indicare la penetrazione della conoscenza di altri in me stesso; “trasumanar” (Paradiso, I, 70), per indicare un’esperienza che va oltre l'umano; “incielare” (Paradiso, III, 97), la decisione di collocare la vita perfetta di Beatrice nel cielo; “Imparadisare” (Paradiso, XXVIII, 3), riferito a come Beatrice "imparadisa" la mente di Dante, cioè la colloca nel cielo, rendendolo atto a contemplare le cose celesti.
Diverse anche le voci onomatopeiche come “cricchi” (Inferno, XXXII, 30), forse la più antica voce onomatopeica attestata nell'italiano scritto, con cui Dante rende il rumore dello scricchiolio del ghiaccio che sta per rompersi.
L’iniziativa dell’Accademia della Crusca oltre ad essere nobile, risulta certamente utile per contrastare i fenomeni di analfabetismo di ritorno e impoverimento del lessico personale che caratterizzano l’attuale contesto culturale italiano.
Inoltre, il ricco vocabolario di Dante è al centro di un altro progetto della Crusca, già da tempo in corso, il Vocabolario Dantesco, frutto della stretta collaborazione fra l’Accademia e l’Istituto del Cnr Opera del Vocabolario Italiano, una risorsa informatica accessibile gratuitamente e in continuo aggiornamento.
Per conoscere le iniziative delle istituzioni fiorentine, dedicate ai 700 anni dalla morte di Dante, è possibile consultare il sito web del Comune di Firenze.