Alcune operazioni di scavo ad Alezio hanno rivelato qualche tassello in più sulla civiltà messapica. Nella necropoli di Monte d’Elia, gli scavi hanno portato alla luce diverse nuove tombe, tra le quali quella di un bambino, una piazza cerimoniale, alcuni oggetti e delle olive.
Stiamo parlando di scoperto che risalgono come minimo al V secolo a.C., circa 2.500 anni fa. I messapi probabilmente discendevano dagli Illiri, giunti in Puglia verso il IX secolo a.C. e risiedevano nella zona del Salento.
Gli scavi che sono stati condotti dall’Università del Salento hanno fatto emerge nuove fondamentali informazioni si questa civiltà. In primo luogo, grazie a una ricostruzione topografica della zona e al riconoscimento di rituali funerari tipici dell’epoca è stato possibile identificare una grande piazza cerimoniale.
La piazza fungeva da arrivo per le processioni che accompagnavano i defunti. Intorno alla piazza, poi, sono stati ritrovati dei recinti formati da massi che servivano in cui «si concentravano i gruppi di tombe appartenenti a nuclei di famiglie o clan». Lo ha spiegato il professore Giovanni Mastronuzzi, alla direzione del Laboratorio di Archeologia classica dell’Università del Salento che ha condotto la ricerca.
12 corpi sono stati individuati, raggruppati all’interno di una fossa di blocchi di calcare e carparo. «Un ossario – ha continuato Mastronuzzi - collegato al funzionamento della necropoli e alla prassi del riuso delle strutture funerarie per varie deposizioni».
Tra le altre cose, è stato ritrovato un sarcofago, la tomba di un bambino, con alcuni oggetti di corredo: una piccola anfora, un sonaglio e un astragalo che avevano la funzione di giocattoli, uno strigile (ndr. uno strumento d’osso o di metallo che veniva utilizzato per detergere il corpo dopo gare ginniche) – probabilmente «un dono che sottolinea il mancato raggiungimento dell’età adulta» - e un bicchiere per il vino.
Ma gli oggetti all’interno del sarcofago del bambino non sono stati gli unici ad essere ritrovati. Oggetti di corredo come: un piatto, una lucerna, una trozzella (ndr. vaso tipico della civiltà messapica), pesi da telaio e la punta di un giavellotto.
Alcuni di questi oggetti, ha sottolineato il professore Mastronuzzi, venivano utilizzati solo per le donne, come la trozzella, altri solo per gli uomini, come la punta di giavellotto o le armi in generale. Non solo, gli oggetti possono anche indicare rango e ruolo che i defunti avevano ricoperto in vita all’interno della società.
Un’ultima straordinaria scoperta è rappresentata dal rinvenimento dal frutto dell’ulivo. Le olive, quali offerte ai defunti per il viaggio nell’aldilà.
Proprio in questi giorni sono stati avviati i restauri e gli approfondimenti sui reperti. Il team di analisi è composto da Ivan Ferrari e Francesco Giuri, ricercatori CNR – ISPC, Patricia Carino e Francesco Solinas, archeologi, Irina Bykova ed Elisa Lauri, studentessi del corso di laurea magistrale in Archeologia.
Dopo questa scoperta, non è detto che questa macchina si fermi. Gli scavi potrebbero continuare con una nuova compagna a partire dalla prossima primavera.