Diventa realtà il progetto lanciato in pieno lockdown dal ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini di creare il Netflix della cultura italiana. La piattaforma Mibact-Cdp, prevista dal Dl Rilancio e operativa nei primi mesi del 2021, ha l’obiettivo di sostenere il settore delle performing arts, particolarmente colpito nel corso di quest’anno dalla pandemia da Covid-19. Per la realizzazione e la gestione è stata avviata un’interlocuzione con la Rai ed i principali operatori presenti nel mercato italiano, all’esito della quale è stata indetta una procedura competitiva aperta per l’individuazione del partner industriale.
E’ stata quindi selezionata Chili Spa, società attiva dal 2012 nel settore dei servizi di Tv on demand e che conta oltre 4 milioni di utenti iscritti – per la sua esperienza internazionale nel settore, l’innovativa infrastruttura tecnologica utilizzata e il know-how strategico-commerciale utile all’espansione della piattaforma-, così per la gestione è nata una nuova società controllata al 49% dalla suddetta e al 51% da Cdp.
Gli utenti potranno accedere a un’offerta ampia, diversificata e molto concorrenziale per la visione live e on-demand di concerti e opere teatrali, si potranno effettuare tour virtuali dei principali musei italiani e delle maggiori mostre di interesse pubblico, visitare festival e fiere e scegliere fra un ampio catalogo di film e altri contenuti tematici. "Netflix Culturale" venderà anche biglietti e merchandising garantendo uno strumento semplice e funzionale per chi vorrà tornare a visitare di persona il patrimonio artistico-culturale italiano quando sarà nuovamente possibile farlo.
Il nuovo progetto si distingue rispetto alle principali piattaforme generaliste che distribuiscono serie tv e contenuti cinematografici per la diffusione di contenuti live. Inoltre, potranno essere acquistati i contenuti distribuiti online generando un beneficio economico diretto per l'attività. Il progetto è aperto alla futura collaborazione della Rai e di altre istituzioni e soggetti del settore, pubblici o privati. Gli introiti ricavati, infatti, serviranno anche a supportare gli operatori contribuendo, inoltre, alla diffusione della cultura italiana nel mondo grazie a una distribuzione internazionale. Verranno coperti tutti i principali canali distributivi – smart tv, smartphone, tablet, pc – e sarà compatibile con il maggior numero di devices e sistemi operativi sul mercato. Sin da subito verranno avviate le attività operative utili alla definizione degli accordi con operatori e altre istituzioni per il reperimento dei contenuti da distribuire attraverso la piattaforma. L’operazione risponde alle sfide del Piano Industriale di Cdp in ambito culturale, in ottica di innovazione e digitaliizzazione e persegue gli Obiettivi 8 e 9 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’iniziativa si inquadra, inoltre, nel settore delle infrastrutture sociali, promuovendo l’incontro tra innovazione digitale e cultura. Il mercato di questo tipo di performing arts si è sviluppato principalmente all’estero (Francia, UK e USA) grazie ad alcuni esempi di ventures e presenta ad oggi un grande potenziale di crescita anche in Italia.
Non pochi i dubbi e le polemiche riguardanti il progetto nascente di Franceschini: “Nel Decreto Rilancio è previsto che per sostenere la ripresa delle attività culturali, il Mibact realizzi una piattaforma per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli, la cosiddetta ‘Netflix italiana’. Per farlo lo stesso decreto ha autorizzato una spesa in capo al ministero di 10 milioni di euro per l’anno 2020”. Così in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura al Senato.
”Ebbene -si legge nella nota- è notizia recentissima la probabile costituzione di una new company finanziata con fondi di Cassa depositi e prestiti spa e Chili Tv (9 milioni di euro ciascuno), con quote rispettive pari al 51% e al 49%, cui aggiungere i 10 milioni di euro di finanziamento erariale autorizzati dal citato decreto Rilancio. In tale contesto non appare chiaro in quale veste il Mibact prenda parte alla costituzione della newco”. La nota sottolinea che sembra quasi che il Mibact ne resti fuori, in contrasto con le disposizioni del decreto Rilancio e soprattutto appaltando un servizio così importante a una società privata, Chili Tv, che avrebbe fatto registrare l'ottavo bilancio consecutivo in perdita, quando il servizio di promozione della cultura italiana nel mondo poteva essere affidato a RaiPlay. I parlamentari M5s chiedono anche su questo una risposta, e annunciano di aver presentato una interrogazione parlamentare rivolta al ministro Franceschini “che auspichiamo riceva risposta al più presto”.
Che questo Netflix Culturale non sia la replica di Very Bello, la piattaforma turistica pensata per accompagnare l’Expo milanese del 2015 costatata decine di migliaia di euro e morta in culla. Oppure la lunga e tribolata vicenda di Italia.it, il sito di promozione del paese lanciato, poi sparito dietro il caos dell’Enit, da sempre al centro di mille polemiche, mai efficace quanto ci si aspetterebbe da uno strumento del genere, che col senno di poi tanti, troppi fondi ha sottratto a chi oggi è a reddito zero per via delle misure restrittive.