E’ del 6 luglio la sentenza del Consiglio di Stato (n.04311/2020) che annulla la gara, già assegnata in via definitiva efficace a Coopculture in data 01/08/2019 (che fornisce le stesse attività anche al Colosseo), per la gestione dei servizi all’utenza e la bigliettazione per il sito archeologico di Paestum. Fatto clamoroso, dalle conseguenze negative, che a cascata cadranno sulle ulteriori gare affidate dal Mibact alla Consip, prima fra tutte le gara dei servizi per il Colosseo. Insolitamente, la notizia ha avuto ben poca pubblicità; anche chi si occupa quotidianamente di informazione per questo settore non ha dato risalto alla notizia.
Nei fatti che cosa è accaduto? Il ricorso al CdS è stato attivato dal Consorzio Arte'm Net, gestore uscente, contro la Consip s.p.a, Parco Archeologico di Paestum, Polo Museale della Campania, (non costituiti in giudizio) e Ministero per i beni e le attività culturali, nei confronti di Società Cooperativa Culture (Coopculture). Il Consorzio Arte’m, ha fatto appello contro la sentenza sfavorevole del TAR Campania che ha in parte respinto ed in parte dichiarato inammissibile il suo ricorso avverso il bando con cui Consip s.p.a. in data 26 ottobre 2018 ha indetto, per conto del M.I.B.A.C.T., la procedura di ""gara aperta per affidare in concessione i servizi di biglietteria, bookshop ed assistenza alla visita presso il Parco Archeologico di Paestum’. Il ricorso al TAR da parte di Arte'm Net è contro il disciplinare ed il capitolato tecnico, la nomina della Commissione di gara e contro il provvedimento di aggiudicazione del 1O giugno 2019 in favore della società cooperativa Cultura.
Cosa ha deciso in via definitiva il Consiglio di Stato (quinta sezione)? Accoglie, e, per l'effetto, in riforma della sentenza appellata, accoglie il ricorso di primo grado, con conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati. Quindi la gara è nulla e si deve rifare nuovamente. Nel frattempo chi gestirà i servizi? il precedente gestore che ha vinto il ricorso o interverrà quache struttura pubblica?
Perchè il CdS ha accolto il ricorso del Consorzio Arte’m risultato quarto graduato, dietro al R.T.I. Opera Laboratori Fiorentini ed al R.T.I. Munus?
Cita la sentenza: "La controversia in esame, come premesso, riguarda l'affidamento in concessione dei servizi di biglietteria, bookshop e assistenza alla visita presso il Parco Archelogico di Paestum, e dunque enuclea una fattispecie di concessione integrata dei servizi aggiuntivi con quelli complementari ( una forma di "integrazione orizzontale”). Diversamente "L'affidamento dei servizi di biglietteria (oltre che di pulizia e vigilanza), che possono integrare la suddetta concessione, sarebbe invece da solo configurabile come appalto di servizio pubblico, rilevando l'assunzione da parte dell'amministrazione della veste di acquirente dal privato anche a favore di terzi individuati, di determinate "utilitates" contro il pagamento di un corrispettivo. " In tale contesto - cita la sentenza - è difficilmente sostenibile la legittimità di una concessione integrata avente ad oggetto, come si evince dalla tabella n. 1 dell'art. 3 del disciplinare di gara, quale prestazione principale, il servizio di biglietteria ed i servizi di assistenza alla visita e quale prestazione secondaria il servizio di bookshop”.
Quindi, se prevale il servizio di biglietteria ( come previsto dal bando per Paestum) la forma è quella dell’appalto di servizi ( con la figura per il concessionario di “agente contabile” e le conseguenti responsabilità); se prevalgono i servizi di valorizzazione cosiddetti aggiuntivi allora la forma è quella della concessione di servizi.
Tra le varie casistiche, così è stato correttamente fatto dal museo archeologico di Milano, di proprietà comunale, che ha recentemente indetto e concluso due gare separate: una per i servizi aggiuntivi e l’altra per la bigliettazione.
Questa sentenza non può non avere ricadute pesanti sulle gare che Consip ha bandito per conto del Mibact per gli stessi servizi. Prima fra tutte, la gara del Colosseo, che scade il 27 di questo mese e sulla quale pendono già due ricorsi ed il cui bando è piuttosto simile a quello di Paestum annullato. Storia sfortunata quella della gara per i servizi al Colosseo. Questa in scadenza è la ripetizione di un precedente bando, sempre curato da Consip, durato qualche anno ed alla fine annullato ed ora ripetuto ma con probabili risultati negativi. Ed intanto si continua a prorogare di anno in anno le concessioni dei servizi.
Interverrà ora il ministro Franceschini per arginare questa situazione di “mai fine” sulle gare per affidare i servizi dei siti culturali? E’ accettabile che la gestione di un servizio pubblico, affidata a privato, (leggasi servizi resi al Colosseo) non viene rinnovato dopo oltre 10 anni? I siti culturali, statali e non, hanno bisogno, oggi ancora di più, di servizi efficienti sia per rendere i luoghi “sicuri” sia per incentivare la ripresa della crescita dei visitatori e contestualmente alleviare le difficoltà economiche di tutti gli operatori di questo settore. A tal proposito il DL rilancio, ora divenuto legge, stanzia 100 milioni di euro per i luoghi della cultura statali ( altri 50 sono destinati ai siti non statali) per compensarli delle perdite subite a causa dell’emergenza Covid. Parte di quei fondi dovrebbero andare ai concessionari a compensare l’aggio non incassato per la chiusura obbligata dei siti e per l’attuale contingentamento che sta minando seriamente la stabilità delle aziende. Sarà così?