Sono visibili da ieri, una accanto all’altra, nella Sala del Paradiso del Museo dell'Opera del Duomo le tre monumentali Porte in bronzo e oro del Battistero di Firenze. Le tre gigantesche Porte del Battistero (circa 5 metri di altezza per 3 di larghezza ciascuna) sono state restaurate prima d'ora solo una volta, tra il 1946 e il 1948. L’Opera di Santa Maria del Fiore, di cui il Museo dell'Opera del Duomo fa parte, ha finanziato con un milione e mezzo di euro, il restauro, lo smontaggio, il trasporto e la collocazione nel museo. Si conclude così un ciclo di restauri, diretti ed eseguiti dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, iniziato nel 1978 e durato quasi 40 anni: Porta del Paradiso (1978 - 2012), la Porta Nord (2013 - 2015) e la Porta Sud (2016 - 2019). Durante l'alluvione del 1966, La Porta fu gravemente danneggiata con l’alluvione di Firenze del 1966; l'anta destra spaccata in due e alcune formelle caddero per terra e andò perduta una delle 48 teste leonine, trascinata forse via dall'acqua. Sul Battistero gli originali sono stati sostituiti da copie realizzate dalla Galleria Frilli di Firenze, grazie ai finanziamenti di tre istituzioni: l'Opera di Santa Maria del Fiore per la porta Sud realizzata quasi 700 anni fa da Andrea Pisano discepolo e collaboratore di Giotto, il mecenate Choichiro Motoyama per la Porta del Paradiso e Guild of the Dome Association per la Porta Nord. Andrea Pisano, definito ''maestro delle porte'', eseguì le 28 formelle della Porta di cui 20 con episodi della vita di San Giovanni Battista, patrono del Battistero e della città di Firenze, e 8 con figure emblematiche. Sull'anta di sinistra sono rappresentati gli episodi relativi al ruolo di profeta del Battista, mentre a destra quelli del martirio. Le formelle sono intervallate da 74 fregi dorati, ognuno decorato con rosette alternate a diamanti, mentre ai vertici dei quadrilobi, contenenti le scene, si trovano 48 teste di leone.